Nell’anno della capra era stato Chateau Mouton Rothschild a riscuotere grande successo come vino “propiziatorio”, e nel 2029 sarà la volta del Chianti Classico con l’anno del gallo.
Il 2021, invece, è l’anno del bue, simbolo di onestà, diligenza ed operosità. Di conseguenza tutti i vini che raffigurano un bue in etichetta avranno un vantaggio competitivo non indifferente nel mercato cinese, che, a differenza di quello americano ed europeo, ha già cominciato a riprendersi.

I vini “fortunati” secondo Vinojoy, portale in lingua inglese dedicato al business del vino in Cina, sono i seguenti:
Avignonesi – Desiderio Merlot

Quello in immagine non sarebbe un bue, ma una vacca chianina. Ciò nonostante, Vinojoy prevede che questo Merlot di Avignonesi, l’ azienda biodinamica più grande d’Italia, sarà tra i vini più ambiti in assoluto. Peraltro è, tra quelli menzionati, uno dei pochi che non sono stati creati “ad hoc”, ma esibiscono un’etichetta a tema bovino da sempre.
Billecart-Salmon – Brut Rosè Limited Edition

Astuccio celebrativo con bue disegnato dall’artista Lin Ke per uno degli Champagne rosè più classici. Secondo alcune ricerche di mercato, le bollicine transalpine non sarebbero tra i vini preferiti dei cinesi, che tendono a preferire morbidezza e calore ad acidità ed effervescenza (più informazioni qui), ma Billecart-Salmon sta comunque provando con questa trovata a rubare qualche fetta di mercato alle altre maison.
Penfolds – Bin 389 Cabernet-Shiraz

L’ australiana Penfolds riscuote così tanto successo sul mercato cinese da essere costantemente vittima di contraffazioni (l’ultimo caso è stato veramente clamoroso!). Era prevedibile, pertanto, che il “Baby Grange” cambiasse etichetta per l’occasione. Il vino può contare, tra l’altro, sul punteggio notevole – 97 punti – dato all’esordio da James Suckling, che è indubbiamente il wine critic più seguito in Oriente.
Sine Qua Non – Ox Pinot Noir

- Prezzo importante per il “Pinot Noir del toro” di una delle più celebri boutique wineries californiane. Una bottiglia dell’ Ox Pinot Noir, che è fuori commercio dal 2005, viene a costare intorno a 500 euro. Se si considera che in Borgogna con la stessa cifra si compra un Clos de la Roche di Ponsot o uno Chambertin di Trapet…beh, insomma, deve essere proprio propiziatorio!
- Torres – Sangre de Toro

Anche in questo caso pare si faccia un po’ di confusione tra bue e toro (la differenza la trovate qui). Ad ogni modo, il vino più classico della più famosa azienda vinicola spagnola è il vino taurino (o bovino) “par excellence”. Curiosità: l’immagine dell’animale è stata ingrandita per l’evenienza.
– Auswan Creek – Big Bull Merlot

Vino australiano, ma l’azienda è in mani cinesi. L’etichetta con bue d’oro è stata prodotta per l’occasione, così come “la borsetta da abbinarci”. Prezzo del set? 99 dollari. Ragionevole direi…
– Chateau Tanunda – Limited Edition Ox Shiraz

Un po’ una copia del vino di cui sopra, ma senza kit e a un prezzo leggermente più basso: 79$ australiani. Lo Shiraz, poi, dà mediamente risultati molto più interessanti del Merlot in terra australiana.
– St. Hallett – Mighty Ox Shiraz

Altro vino celebrativo, ma questa volta le uve provengono da parcelle selezionate nella Barossa Valley. Prezzo più impegnativo: 225 dollari australiani.
A questi aggiungiamo:
– Cantina del Taburno – Bue Apis
Il vino del bue italiano “par excellence”: un Aglianico da vigne centenarie a 1000 metri d’altitudine, che si rifà nel nome a una statua egizia che faceva parte di un tempio dedicato a Iside nell’antica Beneventum. Se non è già distribuito in Cina, mi sembra l’anno giusto per portarcelo…
– Castello Romitorio – Il Toro

Etichetta bellissima, e molto “propiziatoria”, quella del blend di Syrah e Verdot dell’azienda montalcinese fondata da Sandro Chia, artista di transavanguardia. Chia, peraltro, ha già legami con l’oriente: nel 2017 ha realizzato ed esposto dieci copie policrome dei Guerrieri di Xi’ An alla Pinacoteca di Bari.
Durin – Riviera di Ponente Ligure Granaccia

Ultimo, ma non per importanza, un vino di azienda molto forte sul Pigato che onestamente non conoscevo, ma che, cercando “vino con bue” su google, mi è apparso tra i primi risultati. Temo che la tiratura sia un po’ troppo limitata per l’immenso mercato cinese, ma l’etichetta è perfetta e anche il vitigno fa ben sperare.
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