I vini economici vengono percepiti come più piacevoli se ci viene detto che sono costosi. Lo afferma Jamie Goode in I Taste Red, il suo libro sulla percezione del vino, e lo conferma un nuovo studio pubblicato pochi giorni fa su Science Direct.
La ricerca, che è intitolata “Le informazioni sul prezzo influenzano l’esperienza soggettiva sul vino”, si basa di un esperimento realizzato dall’Università di Basilea al quale hanno partecipato 140 degustatori. Gli psicologi hanno dato volontariamente informazioni alterate su alcuni vini assaggiati alla cieca che avevano un prezzo compreso tra 10 e 70 euro. Il risultato ha confermato gli esiti di prove simili effettuate in passato: detta in parole semplici, i partecipanti hanno preferito in media vini economici spacciati per costosi a vini realmente costosi. ” Il vino più economico di tutti veniva descritto come più piacevole quando veniva dichiarato un prezzo di quattro volte superiore a quello reale – si legge nello studio – nessun effetto particolare, invece, è stato riscontrato quando abbiamo presentato un vino costoso e abbiamo detto che costava un quarto del suo prezzo reale.”
Non è chiaro quale sia il meccanismo alla base del default cognitivo, ma precedenti ricerche hanno evidenziato la possibilità che, di fronte ad un vino “costoso”, si attivi nel nostro cervello un sistema di “reward and motivation” (ricompensa e motivazione) che altera la nostra percezione in modo tale da far combaciare l’esperienza estetica con le aspettative. L’ipotesi è che a questo default si possa ovviare parzialmente o del tutto con l’allenamento, ma non è possibile dirlo con certezza, perché la maggior parte degli studi condotti in questo ambito hanno coinvolto esclusivamente persone non esperte. Certo è, in ogni caso, che esperimenti di questo genere sconfessano in larga parte le teorie sull’oggettività del gusto, perché in mettono in luce il potere che i condizionamenti esterni possono avere sulla percezione. “Nel vino potrebbe risiedere la verità – asseriscono i ricercatori a questo proposito – ma l’esperienza soggettiva sembra strettamente legata alle informazioni che vengono date.”
(Fonte: Science Direct, The Drinks Business)
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