La scelta del sommelier stellato: Muscari Tomajoli, vini dall’antica Etruria

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Nel Lazio siamo di nuovo nel limbo della zona rossa.

Qualche tempo fa abbiamo approfittato della zona gialla per uscire dalle nostre città (sempre nel pieno rispetto delle misure di sicurezza e distanza interpersonale) e per ridare spazio alla socialità, quella benzina che muove il motore della vita di chi, come me, fa ristorazione.

È stato un sabato mattina radioso, con un clima inspiegabilmente mite per essere febbraio, quello che ha accompagnato la mia giornata in quel di Tarquinia.

Sono sincero, ho unito l’utile al dilettevole: visita in cantina e poi passeggiata lungomare dopo pranzo con gli amici: si sentiva il bisogno di respirare aria pulita. Ed è l’aria che si trova qui, da Muscari Tomajoli, ottimo produttore laziale. Siamo stati accolti da Pietro, amico fraterno di Marco Muscari Tomajoli, che ci ha subito raccontato la storia dell’azienda mentre ci mostrava i 2 ha di appezzamento a L rivolti verso il mare. L’azienda nasce in località Bandita San Pantaleo nel 2007, dal sogno di Sergio Muscari (papà di Marco), un ufficiale di Marina appassionato di vino che, quando è andato in pensione, ha realizzato il suo sogno di creare un’azienda vitivinicola con l’aiuto dell’enologo Gabriele Gadenz. Quando è venuto a mancare il papà, Marco (fino a quel momento impiegato in tutt’altro settore) ha preso in mano l’azienda. Le vigne sono state impiantate nel 2007 e la prima annata è stata la 2014.

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Il vigneto, per il quale c’è in cantiere un progetto di ampliamento di ulteriori 2 ha, beneficia della vicinanza al mare, di una ventilazione costante, e di terreno argilloso con piccola percentuale di calcare ed esposizione a nord ovest: il Petit Verdot, il Montepulciano ed il Vermentino sono i vitigni che più si sono adattati a queste condizioni pedoclimatiche, affiancati inizialmente da varietà sperimentali come Barbera ed Alicante. Il montepulciano (0,7 ha) è stato utilizzato sin dalla prima annata del rosato, la 2016. Il prossimo anno vedrà la luce anche il Montepulciano Riserva, ora in affinamento in legno: abbiamo avuto la fortuna di degustare in anteprima le prime due annate da barrique (rigorosamente barrique rovere francese, tostatura media e stagionatura 36 mesi). Solamente questo nuovo progetto fa legno, il resto dei vini fa affinamento in tini di acciaio da 1000lt.

Muscari Tomajoli offre un vero e proprio tributo alla zona di Tarquinia: delle tombe dell’Orco e dei Baccanti sono gli affreschi rivisitati in etichetta dall’artista Guido Sileoni. Nelle Tombe dell’Orco, site nella necropoli del cimitero Nuovo e rinvenute nel 1868, c’è il bellissimo ritratto di Velia Spurinas Velcha, la Monna Lisa Etrusca, il più noto e famoso dipinto di donna Etrusca, che è stato l’ispirazione per l’etichetta del rosato, nella quale la donna tiene in mano un uovo, simbolo di fertilità. L’etichetta del Pantaleone invece è un richiamo ai due felini riprodotti nella tomba dei baccanti, piccola camera sepolcrale databile ai primi decenni del VI sec. a.C., scoperta nel 1874. Infine, il nome Nethun dato al vermentino è un richiamo alle origini etrusche del territorio ed al legame indissolubile con il mare.

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La filosofia aziendale si basa sul basso impatto ambientale e sul rispetto della vite e dell’ambiente: i vigneti sono lavorati esclusivamente a mano, non si utilizzano erbicidi, concimi e non si ricorre ad irrigazione. Le rese per ettaro sono molto basse (40-60 q.li/h) con una produzione che varia dalle 7000 alle 9000 bottiglie.

I vini:

Nethun 2019

Vermentino biotipo Corso. 6 mesi in acciaio e 6 mesi in bottiglia.

Giallo paglierino con riflesso verde oro Al naso apre su note di limone candito, cedro, sambuco erbe officinali. In bocca entra fresco, sapido e verticale, mantenendo poi un bellissimo equilibrio tra freschezza e morbidezza. Il frutto è marcato con note di pesca, melone bianco, limone candito. È un vino di bell’armonia con finale elegante e persistente

92/100

Velca 2019

Montepulciano 100%. 6 mesi acciaio, 3 mesi bottiglia.

Si presenta di un bel colore rosa tenue e al naso sprigiona sentori floreali e fruttati con note di melone, pera, lamponi e ribes. All’ assaggio è verticale, con una sapidità spiccata accompagnata da note di frutti di bosco e ciliegia sottospirito. Finale persistente e finemente ammandorlato.

90/100

Pantaleone 2019

Petit verdot 100%. 6 mesi in acciaio, 12 mesi in bottiglia.

Si presenta con una veste rosso rubino tendente al porpora sull’unghia e offre aromi speziati, di tabacco dolce, cacao, more e amarena. In bocca è fresco e sapido (caratteristica che si ripete in tutti i prodotti degustati), sfoggia un tannino vibrante ma mai invadente, una buona vena acida e ritorni di cacao e confettura di more. Finale di notevole persistenza.

95/100

È da qualche anno che lavoro i vini di Muscari Tomajoli, e ho sempre trovato in questi prodotti genuinità e precisione. Hanno la capacità di legarsi indissolubilmente alla terra che li ospita e Marco e Pietro sono l’anima e le braccia che, quotidianamente, trasmettono il loro legame con la terra nei vini che producono.

Piccola nota a margine: su consiglio di Marco Muscari siamo andati a pranzo da Namo Ristobottega. È bella la filosofia intorno alla quale nasce l’offerta di questa bottega condotta magistralmente da Marcello in sala ed Ismail e Tiziana in cucina, ovvero utilizzare materie prime provenienti da piccoli produttori locali a sostegno anche di associazioni che li tutelano: nel menu di Namo, che cambia ovviamente in base alla stagionalità, troverete sempre il nome dei prodotti utilizzati e delle aziende produttrici. Potrei parlarvi dei vari piatti che ci hanno deliziato durante il pranzo (come le polpette di ricotta e spinaci con zuppetta all’agro e fonduta di grana 24 mesi), ma la portata forte è stata il pacchero rigato, pomodoro, Stracciatella di Andria, basilico e crumble di pane aromatico…un piatto all’apparenza semplice ma che sorprende dal primo boccone….da provare!

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