“Il vino modella i nostri paesaggi. La vite rende la Francia più bella” ha detto il premier francese, che è stato premiato dalla più importante guida nazionale dedicata al vino per l’impegno profuso nel sostenere la filiera vitivinicola.
“Non è la prima volta che La Revue du vin de France premia un leader politico – si legge nell’articolo del 6 gennaio in cui viene annunciato il riconoscimento – Laurent Fabius, quando era ministro degli Affari Esteri, e Alain Juppé, in qualità di sindaco di Bordeaux, erano già stati scelti dalla nostra giuria per il loro impegno a sostegno del vino. Ma è la prima volta che la nostra scelta ricade sul presidente della Repubblica.” Macron sarebbe il primo presidente francese pro-vino dall’inizio del ventunesimo secolo. Si dice, infatti, che Jacques Chirac bevesse solo birra e che Nicholas Sarkozy fosse astemio. Francois Holland, invece, beveva vino, ma non ha mai messo in campo misure concrete a sostegno del settore.
Ecco il discorso che Emmanuel Macron ha pubblicato su suoi social media dopo aver riferito di essere “estremamente contento” del premio a Le Figaro:
“Il vino modella i nostri paesaggi. La vite rende la Francia più bella, dà alle nostre regioni un’identità unica, una marca.
Il vino è il cuore dell’economia francese. 500.000 è il numero di posti di lavoro diretti e indiretti creati dall’industria, dai commercianti di vino agli enotecari, compresi i lavoratori stagionali durante la vendemmia e, naturalmente, la figura imprescindibile del viticoltore.
Il vino è inseparabile dalla nostra arte di vivere, quest’arte di essere francese. Le bollicine che celebrano il successo, il bicchiere che permette le riunioni, l’abbinamento perfetto con i piatti che esalta un pasto gastronomico… Il vino è il più bel vettore di convivialità!
“Con moderazione”!, i francesi lo hanno capito: in 20 anni hanno ridotto il loro consumo di un terzo, bevono meno, ma le cifre lo dimostrano: bevono meglio.
Per tutte queste ragioni, ho sempre lavorato per sostenere e promuovere il vino francese, per dare man forte al settore, alle sue donne e ai suoi uomini, senza i quali la Francia non sarebbe la Francia.
Il gelo, le chiusure di caffè e ristoranti durante la crisi sanitaria, la tassa sul vino introdotta dal presidente Trump: ogni volta che sono sorte delle sfide, noi siamo stati lì ad accompagnarle e ad affrontarle. Non abbiamo affrontato solo le emergenze, abbiamo voluto costruire soluzioni sostenibili per garantire il futuro di questo gioiello che è la viticoltura francese.
Per affrontare i rischi naturali, il ministro dell’agricoltura porterà la riforma dell’assicurazione del raccolto davanti al Parlamento questo mese. Un nuovo sistema più equo, più accessibile e più efficace, accessibile a tutti gli agricoltori.
Per affrontare il riscaldamento globale, che è una grande sfida per i nostri viticoltori, ho voluto che il piano France 2030 includesse una significativa componente agricola.
A tutti gli attori del settore che ho incontrato ieri, dico: siete persone che vogliono conquistare il mondo. Quindi sì, insieme, inventiamo la terza rivoluzione agricola. E continuiamo a farlo con forza, con ambizione, con orgoglio.
Così il vino francese continua a vivere!”
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