I migliori vini di un biennio eccezionale per il Chianti Classico, assaggiati in anteprima alla Leopolda.

Che emozione essere di nuovo qui, tra i banchi della Leopolda. Arrivato a conclusione di una degustazione di più di 200 vini in due giorni, quasi solo nel padiglione fieristico al termine della manifestazione, passo in rassegna la sfilza chilometrica di bottiglie in mezzo alla sala, osservo il vessillo storico che svetta sul fondo della sala, e mi domando se esiste un modo di spiegare cos’è il Chianti Classico in poche parole. Ci penso, ci ripenso e mi rendo conto che, in fin dei conti, i vini assaggiati oggi sono la condensazione di tutto ciò che ha reso grande il brand Toscana nel mondo. Sono sfondi di dipinti rinascimentali in versione liquida, estratti di roccia e d’argilla, di bosco e di macchia, di luce abbagliante o crepuscolare, di vegetazione ora più brulla, ora più verdeggiante. Ogni buona bottiglia con il Gallo nero sul collo – semplice o ambiziosa che sia – è una cartolina da quello che è stato a più riprese definito “il territorio vitivinicolo più bello del mondo”. Si mette il naso nel bicchiere, si butta giù un sorso e, per un attimo, sembra di essere proprio lì, tra colli, cascine e pievi romaniche.
E’ per questo che vale la pena di tornare sempre a Chianti Classico Collection, evento clou della settimana delle anteprime toscane. E’ una kermesse elettrizzante come poche altre, e non solo per le centinaia di bottiglie in degustazione, per la presenza di professionisti da tutto il mondo, per l’atmosfera fantastica che si crea tra i banchetti, ma anche e soprattutto perché il vino chiantigiano è sulla cresta dell’onda grazie a questa forza evocativa immensa, che va di pari passo con una grande facilità di beva e d’abbinamento. Quest’anno, poi, c’erano due motivi in più per essere febbricitanti: una coppia di annate eccezionali – 20’ e 19’ – e l’introduzione di undici Unità Geografiche Aggiuntive che fanno riferimento a comuni o frazioni di comuni per la tipologia Gran Selezione. “E’ un’idea che viene da molto lontano – spiega il presidente del consorzio Chianti Classico Giovanni Manetti – parlavamo già di sottozone sul finire degli anni 80’ con il mio amico Paolo De Marchi, grande produttore di Chianti Classico, quando andavamo a presentare insieme i nostri vini alle fiere”. Ci sono voluti trent’anni per trovare un compromesso che, ad essere onesti, è stato anche un po’ a ribasso, perché la Gran Selezione è una goccia nel mare della denominazione. Ma siamo tutti convinti che si tratti di un punto di partenza e di non arrivo: saranno gli stessi produttori ad accorgersi dell’efficacia di questa differenziazione e a spingere per l’introduzione delle U.G.A. anche per base e Riserva.
Le ultime annate a confronto
In degustazione c’erano una miriade di vini: 440 e rotti sala in stampa e almeno un centinaio in più tra i banchetti dei produttori. E dando un’occhiata in giro, è emerso subito un dettaglio singolare: i Chianti Classico 2020 e i Chianti Classico Riserva 2019 ammontavano a non più del 20-30% dei campioni in assaggio. L’anno scorso avevamo già visto qualcosa di simile e ci era balenato in mente un possibile rallentamento delle immissioni in commercio legato alla contrazione del mercato causa Covid. Ma, stando ai dati del consorzio, le vendite nel 2021 sono cresciute del 21% rispetto al 2020 e dell’11% rispetto al 2019. Dunque questa tendenza diffusa a ritardare il rilascio deve essere legata alla presa di coscienza del fatto che l’affinamento prolungato in bottiglia migliora considerevolmente il risultato finale. Alla fin fine, si hanno vini più pronti, più equilibrati, per i quali gli appassionati sono disposti a sborsare anche qualcosina in più al momento dell’acquisto.
Nonostante questo, abbiamo assaggiato un numero sufficiente di 2020 e di Riserva o Gran Selezione 2019 per dire che si tratta di un biennio particolarmente felice. La 2020 è stata un’annata difficile sulla carta, sia per i problemi legati alla pandemia – carenza di forza lavoro in primis – che per una serie di bizzarrie climatiche, ma il “manico” ha fatto la differenza. I produttori hanno avuto sicuramente più tempo di sempre da dedicare alla vigna e hanno gestito al meglio una stagione partita con copiose piogge primaverili, proseguita con un’estate bollente – ma senza stress idrico – e terminata con un settembre scandito da buone escursioni termiche che hanno favorito lo sviluppo degli aromi. Il risultato nel bicchiere si traduce in vini equilibrati, estroversi, molto godibili seduta stante. In qualche caso mancano la profondità e la verve minerale delle grandissime annate, ma non c’è dubbio sul fatto che i ‘20 daranno grande soddisfazione da subito e per il prossimo decennio.
La 2019 – annata e Riserva – conferma le impressioni che tutti avevano avuto l’anno scorso: si è trattato, nel complesso, di un millesimo molto positivo, non troppo diverso dal ‘20, ma più regolare. I vini si sono assestati nell’arco di un anno e, nei migliori casi, mostrano un bell’equilibrio tra polpa e tensione, con un uso del legno generalmente più morigerato rispetto al passato. Sembra, a occhio croce, che chi intendeva fare un vino più ruffiano, più internazionale abbia ripiegato sulla Gran Selezione piuttosto che sulla Riserve. E la cosa pare alquanto paradossale se si considera che, dal momento che si può fregiare delle U.G.A., la Gran Selezione dovrebbe essere il vino più territoriale. Questo, però, è un tema che merita un approfondimento e che esamineremo in un articolo a parte dedicato alla Gran Selezione.
I MIGLIORI VINI:
10. Nunzi Conti – 2020
Dall’ U.G.A. San Casciano
Immediato e coinvolgente: sa di arancia rossa e lampone, anice ed erbe balsamiche. E’ dinamico, teso, giovanilmente irruente, ma ha profondità minerale non indifferente e personalità da vendere. Gran bel vino da sbicchierata, che, però, mantiene anche una certa profondità.
92/100
9. Montefioralle – 2019
Dalla U.G.A. Montefioralle
Giuggiola e melagrana, cuoio, resina e un tocco balsamico. Accattivante, slanciato e allo stesso tempo polposo, con tannino di grande finezza e profondità non da poco anche nel finale in equilibrio tra frutto e ritorni minerali. Bel conseguimento per l’azienda che porta il nome di una frazione di Greve in Chianti che è diventata una M.G.A. a sè stante.
92/100
8. Isole e Olena – 2020
Dall’ U.G.A. San Donato in Poggio
Melagrana e cassis, rosa, cannella. Dolcezza accattivante che va di pari passo con rosmarino e legno arso, cacao e un tocco selvatico. Bocca di materia e d’ampiezza con tannino cesellato, frutto ricco e cremoso sul fondo, e un ritorno balsamico che allieta un finale di grande stoffa. Eccellente come sempre.
93/100
7. Bertinga – La Porta di Vertine 2019
Dall’U.G.A. Gaiole
Sarà che il nome Vertine evoca reminiscenze di blasoni e miti enologici. Sta di fatto che quest’etichetta di Bertinga, assaggiata per la prima volta alla Collection 2022, ha guadagnato non pochi consensi. Gli aromi sono splendidi, immensamente territoriali: lampone e cenere, scorzetta d’arancia e chinotto, qualche refolo di cuoio e di spezie. In bocca è l’acidità potente a condurre i giochi, bilanciata da un frutto goloso, tannini fitti e ritorni quintessenziali di agrume e alloro. Grande piacevolezza d’insieme e grinta invidiabile.
93/100
6. San Giusto a Rentennano – 2020
Dall’U.G.A. Castelnuovo Berardenga
Espressivo, tridimensionale: rabarbaro ed erbe officinali, viola appassita e giuggiole, humus e ferro. Il tannino è travolgente, ma c’è polpa e sostanza, splendido frutto scuro di fondo che non addolcisce, e un ritorno boschivo ed ematico che rende molto complesso il finale ancora in via di assestamento. Scorrevole, ma con una complessità da far invidia a tante riserve.
93/100
5. Nittardi – La Doghessa 2019
Dall’ U.G.A. Castellina
Da una sola vigna a 450 metri, con esposizione a solatìo, nel comune di Castellina in Chianti, un vino diventato famoso per le etichette d’artista, disegnate negli anni da Yoko Ono, Dario Fo, Mimmo Paladino e tanti altri. Abbina l’estetica accattivante a una sostanza non da poco, con un naso su toni di erbe aromatiche e mirtilli rossi, terra bagnata e fiori appassiti. Sfoggia tensione notevole, da vino d’alta collina, con un tocco vegetale di fondo che non stona, macchia mediterranea e salinità incalzante nel finale profondamente territoriale. Gli si addice la solita metafora del vino” localizzabile con il GPS”.
93/100
4. Podere Poggio Scalette – 2020
Dall’ U.G.A. Greve
Il vino d’entrata di Jurij Fiore, figlio di Vittorio, uno dei più grandi pionieri dell’enologia italiana. In passato è sempre stato sempre semplice e ben impostato, ma senza guizzi. Quest’anno, invece, ci ammalia con un profilo dolce di confettura di lamponi e kir royal; poi più scuro ed animale, ispessito dalla verve ematica che torna coerente al sorso e dà la terza dimensione insieme al tannino scalpitante e a un’acidità rinfrescante, da tarocco siciliano. Veramente ben fatto!
93/100
3. L’Erta di Radda – 2020
Dall’ U.G.A. Radda
Pochi dubbi sul fatto che Radda in Chianti sia tra i posti più fortunati del Chianti Classico: il cambiamento climatico ha portato grandi benefici a questa zona fresca, dove un tempo si faticava a portare l’uva maturazione ed oggi, invece, si producono vini straordinariamente tesi e precisi. Quello de L’Erta è raddese al 110%: profuma di concia e cardamomo, gelsi, giuggiole, erbe aromatiche e balsamiche a profusione. E’ slanciato e croccante, ritmato dall’acidità infiltrante, intensa, ma mai fuori asse, che dà sostegno al finale ematico e silvano di grande fascino. Una meraviglia.
93/100
2. Monteraponi – 2020
Dall’ U.G.A. Radda
Un altro Raddese pursangue – sempre al top in tutte le edizioni – che questa volta sa di susina e melagrana, grafite e tabacco, legno arso, cenni balsamici. E’ austero, serrato, ma non fa una piega; il tannino è impetuoso, la spinta minerale domina il finale sontuosamente austero. Una garanzia.
94/100
1. Tenuta di Carleone – 2019
Dall’ U.G.A. Radda in Chianti
Amo i Chianti Classico che si avvicinano per sottigliezza e suadenza alla Borgogna, ed è per questo che rimango sempre ammaliato da quelli di Tenuta di Carleone. Il bouquet del 2019 è ipnotico: kir royal e rosa appassita, legno arso e sottobosco, un refolo di spezie orientali. E’ semplicemente prodigioso: soave, garbato, longilineo, ematico nei rimandi retro-olfattivi e tonico d’agrume rosso, anche balsamico nel finale che sorprende per lunghezza ed eleganza. Un piccolo grande capolavoro firmato da Sean O’ Callaghan, l’enologo che ha reso grande Riecine prima di trasferirsi in questa tenuta.
95/100
Tutti gli assaggi di Chianti Classico 2020, 2019 e Riserva 2019:
CHIANTI CLASSICO 2020
Arillo in Terrabianca – Sacello
Mirtillo e arancia rossa, alloro ed elicriso, lavanda. Sorso longilineo, disteso e soave, con bella spinta acida di fondo, salinità e tannino leggero, finale coerente e garbato su toni di lampone. Bell’inizio!
90/100
Banfi
Semplice e spensierato: profuma di fragola, geranio e rosmarino. Essenziale al palato, ma gradevole, con giusto piglio acido e frutto croccante, finale abbastanza rapido, ma coerente.
88/100
Bonacchi
Scuro ed intenso: mora e melagrana, paprika, chiodo di garofano e un cenno di spezie da rovere. Forzuto e massiccio con tannino poderoso in bella vista, ritorni di grafite e arancia sanguinella nel finale di media durata. Discreto.
90/100
Carpineto
Viola e liquirizia, ribes rosso e affumicatura. Semplice e scorrevole, ben assestato e piacevole nella sua semplicità.
87/100
Castelgreve
Legno arso ed erbe disidratate, ciliegia e melagrana, lavanda ed eucalipto. E’ agile e spigliato, dinamico, con tannino appena astringente, verve acida discreta e un finale sanguigno coerente con il resto. Ben fatto.
90/100
Castello di Meleto
Ribes rosso e nespola. Sorso dinamico, scorrevole, appena diluito, con chiusura leggermente ammandorlata.
86/100
Brancaia
Ribes e arancio, erbe aromatiche e talco. Robusto, abbastanza cremoso, ma con buona acidità a supporto. Non particolarmente sfaccettato, ma non dispiace.
88/100
Carpineta Fontalpino
Ferro e humus, anice e frutto maturo sullo sfondo. Largo e tendente alla morbidezza, senza grande slancio acido-sapido.
86/100
Bastioni – Collazzi
Susina e violetta, erbe aromatiche. Lineare, con finale essenziale su toni di frutti di bosco.
87/100
Guidi 1929
Vegetale e oliva al forno. Sorso poco coeso.
85/100
Morino
Cappero selvatico e sottobosco, qualche traccia vegetale. Buona la scorrevolezza del sorso, che, però, è segnato da questi ritorni vegetali che lo rendono un po’ ostico.
86/100
Bibbiano
Scuro e fumoso: grafite e mora, carne grigliata e un tocco di paprika. Più leggibile in bocca, dove è il corpo abbastanza largo, ma ben equilibrato da freschezza e tannini pimpanti. Valido.
90/100
Buondonno
Selvatico e ossidativo: oliva nera, cacao in polvere, tabacco e fiori appassiti. Largo e avvolgente, con un’acidità volatile un pelino sopra le righe, tannini impattanti e un finale rustico su toni boschivi.
88/100
Capraia
Cacao, legno arso, susina nera in sottofondo. Sorso austero, con tannino appena scorbutico che rende astringente l’ allungo su toni di erbe aromatiche.
89/100
Casa Emma
Vinoso e allegro: violetta, mora, qualche spunto vegetale. Fresco e giovanile, non particolarmente profondo, ma vivace e molto godibile.
89/100
Castagnoli
Tabacco e legno arso, lampone e arancia rossa, soffi balsamici a creare un profilo di un certo spessore. Bocca voluminosa e composta, con tannino perfetto e spinta ematica che bilancia il frutto e allunga la persistenza silvana e fumosa. Ottimo.
91/100
Castellare di Castellina
Lampone, violetta, alloro e lentisco. Semplice e godibile, più morbido della media , ma con non privo di nerbo. Tannini ben estratti, finale composto e coerente con l’olfatto. Valido.
90/100
Castello di Albola (campione di botte)
Violetta e liquirizia, erbe balsamiche. Gusto incentrato sul frutto di bosco non troppo maturo, agile e diretto, floreale nei rimandi retro-olfattivi. Discreto.
89+/100
Castello di Ama – Ama
Erbe aromatiche e arancia sanguinella, cenni boschivi in seconda battuta. Ha un profilo da vino d’altura con l’acidità in prima linea, e poi ribes e frutti aciduli di rovo, sale ed erbe disidratate nel finale dritto e rinfrescante. Non eccelle in profondità, ma la piacevolezza è assicurata.
91/100
Castello di Monsanto
Susina nera e mirtilli, un afflato di violetta. E’ semplice ed equilibrato, con tannino di media presa e un finale ematico di discreta persistenza. Discreto.
90/100
Castello di Volpaia
Un po’ timido al naso e piuttosto indecifrabile al sorso, con un tannino rugoso che al momento svetta sulle altre componenti. Probabile che andrà ad assestarsi nell’arco di un po’ di mesi.
88+/100
San Felice
Lampone e chinotto, nota ematica di fondo. Morbido e vellutato in apertura, poi più reattivo, con tannino abbastanza leggero, acidità ben dosata e un finale essenziale su toni salini. Semplice.
89/100
Ruffino – Santedame
Liquirizia, grafite, fiori rossi, mirtilli maturi sul fondo. Palato disteso, più largo che lungo, ma godibile ed equilibrato.
88/100
Pruneto
Selvatico e legno arso, sottobosco e terra bagnata. Sorso con tracce di evoluzione che lo rendono decisamente rustico.
85/100
Le Miccine
Ciliegia fresca, macchia mediterranea e pastiglia alla viola. Piuttosto robusto in bocca, dove il tannino graffia un po’ e corruga il finale di media persistenza.
87/100
La Leccia
Mora, melagrana e qualche lampo floreale. Un po’ impreciso in bocca, con tannino che scalpita e comprime il frutto.
87/100
Monterinaldi
Mirtilli e more, erbe disidratate e un bel guizzo selvatico di fondo. E’ dritto e dinamico nello stile classico di Radda in Chianti, con spalla acida tonica, qualche cenno rinfrescante di sottobosco verde, e un finale polveroso, in fase di assestamento, che convince per tipicità. Molto buono.
91/100
Cigliano di Sopra
Rosa canina e lampone, alloro, arancia sanguinella e una vena ematica che dà spessore all’insieme. E’ polputo e accattivante, imperniato sull’acidità intensa e sul tannino vispo, che danno forza e grinta a uno sviluppo soave ed equilibrato, con finale delizioso su toni floreali e balsamici. Ottimo.
91/100
Colombaio di Cencio – Monticello
Susina e arancia rossa, alloro e un cenno fumè. Un po’ rustico in bocca, con un tocco animale di fondo, acidità moderata e un finale leggermente impreciso.
88/100
Complicità – Assolo
Violetta e selvatico, bacca nera e alloro. Un po’ rustico il sorso segnato dal tannino astringente.
87/100
Le Filigare
Vegetale e rosa canina, susina nera e chinotto, grazioso ma un po’ semplice. Sorso scorrevole, con buon piglio acido e frutto centrato, non lungo e nemmeno profondo, ma godibile.
88/100
Istine
Arancia rossa e fumé, erbe balsamiche. Non troppo concessivo in questa fase, anzi piuttosto austero, ma ha equilibrio e profondità, mineralità travolgente che ci fa ben sperare.
91+/100
Isole e Olena
Melagrana e cassis, rosa, cannella. Dolcezza accattivante che va di pari passo con rosmarino e legno arso, cacao e un tocco selvatico. Bocca di materia e d’ampiezza con tannino cesellato, frutto ricco e cremoso sul fondo, e un ritorno balsamico che allieta un finale di grande stoffa. Eccellente come sempre.
93/100
Felsina – Berardenga
Ghisa e terriccio, pelliccia. Sorso un po’ irruento con tannino in prima linea, qualche cenno ammandorlato e un finale un po’ impreciso. Meno convincente del solito.
88/100
Biagioni – H’ Amorosa
Ciliegia e pepe verde, paprika e sandalo. Insolito e un po’ ruffiano, con frutto molto maturo in bella vista, poi una spinta di agrume che calibra il finale caldo, potente più che fine, ma discretamente equilibrato.
89/100
Monte Bernardi – Retromarcia
Intenso e scapigliato: profuma di susina e bacche nere, chinotto e giuggiola, erbe aromatiche e sottobosco. Offre polpa e dinamismo, frutto croccante e tannino cesellato, anche un tocco di volatile che non disturba, anzi amplifica il finale di notevole complessità. Ottimo.
91/100
Monteraponi
Susina e melagrana, grafite e tabacco, legno arso e cenni balsamici a comporre un quadro ancora in via di definizione. E’ austero, serrato, ma senza sbavature; il tannino è impetuoso, la spinta minerale domina il finale piacevolmente austero.
92/100
Montesecondo
Selvatico ed ematico, boschivo e poi più fruttato in seconda battuta. Ha un palato di spessore ed ampiezza, anche se un po’ scontroso in questa fase. Bella la salinità di fondo, reattivo il tannino un po’ polveroso che in questa fase svetta sul frutto. Non esattamente generoso in questa fase, ma ha stoffa e personalità molto accattivante.
91/100
Castellinuzza
Lampone e rosa, accenti vegetali e balsamici da vino d’altura. Coerente il sorso incorniciato da rimandi floreali molto ammiccanti, delicato e suadente con finale fluido e diretto su toni di bergamotto e fragolina di bosco. Splendida finezza.
92/100
Poggerino
More, giuggiole ed erbe balsamiche. Sorso di compromesso, con frutto succoso, avvolgente e acidità a contrasto, bella polpa che lo rende più fruibile di altri vini di Radda in Chianti, ma anche un po’ più semplice.
90/100
Querceto di Castellina – L’Aura
Bacca di ginepro e alloro, visciola e polvere di cacao. Piuttosto polputo, ma comunque equilibrato; scorre bene tra pepe, erbe disidratate, lamponi maturi. Valido.
89/100
Quercia al Poggio
Vegetale e nocciola, arancia rossa e pepe. Sorso appena corrugato dal tannino intenso, ma con buona vena acida e frutto preciso, sottobosco e legno arso nel finale di media durata. Discreto.
89/100
Ricasoli – Castello Di Brolio
Rosa e lampone, susina nera e talco. Sorso dritto, schietto, di profondità non fenomenale, ma preciso e territoriale.
88/100
Riecine
Melagrana e cassis, refoli balsamici, arancia rossa e terra bagnata sul fondo. E’ un po’ più morbido e meno minerale che nelle annate precedenti. Esprime bene la solarità dell’annata.
90/100
Rocca delle Macie – Zingarelli
Violetta e mela rossa. Sorso scorrevole, senza grandi guizzi, con finale appena vegetale.
86/100
Rocca di Castagnoli
Melagrana e viola mammola sottobosco e cacao. Palato un po’ austero, ma con buona polpa e persistenza discreta.
88/100
Rocca Montegrossi
Cenni selvatici e fumè che accompagnano il frutto dolce e scuro – mora, visciola – poi sottobosco e cacao a definire un naso accattivante. Bella definizione e frutto croccante, salinità accattivante che accompagna il finale silvano e affumicato di ottima profondità. Molto buono.
91/100
Tenuta di Arceno
Liquirizia e legno arso, pastiglia alla viola e frutti di bosco maturi. Sviluppo largo come da canone per Castelnuovo Beradenga, con tannino potente che lo rende appena astringente. Ma la sostanza c’è e la piacevolezza pure.
90/100
Liliano
Fumoso e metallico, non proprio concessivo. E’ composto e di buona scorrevolezza, anche se fatica a distendersi e chiude appena polveroso.
87/100
Terra di Seta
More e mirtilli maturi, erbe aromatiche e uno sbuffo di spezie. E’ ampio e cremoso, ma con acidità intensa da vino da vigne ad alta quota e tannino ben estratto che dà vigore. Torna su note ammiccanti di arancia rossa e ribes nel finale dinamico e di splendida soavità. Ottimo.
91/100
Tenuta di Campomaggio
Liquirizia e ribes rosso, felce e lavanda. Bella polpa chiara in apertura – nespola, fragola – e poi tannino soffice, acidità misurata, ritorni balsamici che profilano la chiusura garbata. Non profondissimo, ma molto scorrevole.
90/100
Terreno
Fresco, suadente: giuggiola e fiori rossi, lamponi e mirtillo, erbe balsamiche e un vegetale che non stona. E’ fine e goloso, con un frutto purissimo, tannini delicati e un finale floreale e balsamico di splendida souplesse. Vin de soif.
91/100
Tolaini – Vallenuova
Balsamico e violetta, arancia rossa, lieve vegetale. Fragrante e longilineo, con frutto in bella vista, tannino agile e nota ematica che dà la terza dimensione. Finale allettante su toni di viola e fruttini aciduli. Un bel conseguimento che conferma il cambio di passo dell’ azienda.
91/100
CHIANTI CLASSICO 2019
Bindi Sergardi
Mora e terriccio, alloro e cacao in polvere. Buona dimensione palatale: densità fruttata e tannino infiltrante, aciditá dosata e finale ematico di profondità interessante. Valido.
89/100
Gagliole – Rubiolo
Impreciso, selvatico, marcato da una nota fruttata un po’ caramellata. Più leggibile in bocca, dove, però, la volatile sciupa la progressione. Forse una bottiglia non a posto.
N.D.
Geografico – Terziere di Tramontana
Erbe disidratate e mela rossa, violetta e grafite. Ha corpo e polpa fruttata accattivante, acidità non troppo guizzante, ma adeguata, che sostiene un finale soave e godibile. Buono.
90/100
Monterotondo – Vigna Vaggiolata
Legno arso e ribes nero, fiori appassiti e rosmarino. E’ relativamente austero, ritmato dal tannino fitto e ben calibrato, intrigante nei rimandi finali al bosco e alla macchia mediterranea.
90+/100
Torcilacqua
Naso spettacolare: sottobosco silvano e acqua di rose, cipria e sandalo, kirsch ed erbe disidratate. Bocca ricca, cremosa, rassicurante, con adeguato contrafforte acido che bilancia la massa e tannini scalpitanti che danno la terza dimensione. Chiude lungo, suadente su toni di frutto, di bosco e di fiore. A un passo dai migliori.
92/100
Cafaggio
Restio e fumoso, selvatico e boschivo. Un po’ rustico nella progressione polverosa, ma bilanciato da un frutto discreto. Finale astringente.
88/100
Baruffo – Cantalici
Visciola e melagrana, pepe e fumé. Sorso asciutto con tannino in bella vista e frutto un po’ evanescente.
87/100
Castellinuzza e Piuca
Mela rossa e gelatina d’anguria, arancia rossa ed erbe alpine. E’ longilineo e accattivante, con un frutto succoso, sucrè – come dicono i francesi – e una spinta acida infiltrante che dà volume e nerbo al finale suadente. Splendido.
92/100
Castello di Cacchiano
Affumicato e mora, erbe aromatiche e susina. Un po’ contratto e polveroso, ma con bella polpa fruttata e anima ferrosa di fondo. Chiede un po’ di tempo per distendersi.
90/100
Carpineta Fontalpino
Marasca e susina nera; dolcezza fruttata che va di pari passo con toni ferrosi, di resina e di spezie. E’ cremoso all’ingresso, carico di frutto, poi più dinamico nello sviluppo che chiude terragno e leggermente affumicato. Valido.
89/100
Cinciano
Scorzetta di chinotto e cenere, rosa e vetiver, un’idea di radici. Non particolarmente sfaccettato, ma godibile e centrato, con frutto chiaro – ciliegia, susina gialla – e un finale coerente, appena fumè.
89/100
Frescobaldi – Tenuta di Perano
Tocchi vegetali e fragola candonga, rosa rossa e qualche cenno sornione di spezie dolci. E’ largo, accomodante, decisamente più robusto che tonico, ma discretamente equilibrato. Un buon partito per chi cerca più morbidezza e meno nerbo.
87/100
I Fabbri – Lamole
Selvatico e ferroso, scuro e allo stesso tempo intrigante. Bellissima grinta al palato, dove nota ematica e acidità conducono i giochi, con qualche cenno d’evoluzione, che, però, non toglie nulla alla beva complessivamente molto agile.
90/100
I Sodi
Animale e fruttini aciduli, un cenno di polvere di cacao. Bella dinamica con frutto croccante al centro, tannino agile che dà spinta alla progressione longilinea, fruttata e soffusamente floreale in chiusura. Valido.
90/100
San Leonino – Al Limite
Mirtillo rosso e arancia sanguinella, rosa canina e paprika. Bella dinamica con frutto succoso al centro, tannino svelto e tocco ematico sul fondo, finale boschivo molto canonico. Un grande classico.
90/100
Pomona
Introverso e fumoso. Più leggibile al gusto, con mirtillo e scorzetta d’arancia in prima linea, tannino appena scorbutico e finale sanguigno di buona profondità.
89/100
Querciavalle Losi
Boschivo e selvatico, ossidativo nello stile aziendale, ma con classe. Profuma di tabacco e nocciole tostate, caffè e fiori appassiti. Il sorso coerente: boschivo, carico di frutto scuro, con spunto animale di fondo e tocco affumicato, finale non freschissimo, ma profondo. Stile vecchia scuola che non tramonta mai.
90/100
L’Erta di Radda
Fragola e cipria, fiori appassiti, vetiver, liquirizia, gelatina di lamponi. Bocca di volume e d’ampiezza con acidità travolgente, ritorno ferroso e cacao in polvere, tannino perfetto ed erbe aromatiche, sale e rosa nel finale maestoso. Eccellente.
92/100
La Sala del Torriano
Ribes rosso e mela, alloro e pastiglia alla viola. E’ largo e cremoso, con acidità un po’ in sordina e finale leggermente asciutto.
90/100
Panzanello
Scuro di cioccolato fondente, susina nera e humus. Ricco, avvolgnete, in pieno stile panzano, con buona spinta acida a supporto, calore evidente che rinvigorisce il finale robusto, di ottima persistenza. Da chianina.
90/100
Pensieri di Cavatina
Rosa appassita, cacao amaro e un refolo di spezie da legno. Moderno, compattato dal rovere che lo rende massiccio e un po’ ruffiano. Chiude su toni di spezie dolci.
87/100
Isole Olena
Fragola e cassis, pastiglia alla viola e arancia sanguinella. E’ succoso e suadente, equilibrato, con anima sanguigna di fondo e un tocco d’irruenza tannica in più rispetto al 2019. Difficile scegliere tra i due: sono entrambi meravigliosi.
93/100
Molino di Grace
Visciola e lavanda, arancia candita. ciccia ruffiana. Struttura importante, cremosa, rinvigorita dalla nota alcolica che si fa sentire. Il tannino abbastanza reattivo bilancia una progressione comunque giocata sulla larghezza, sulla solarità, in pieno stile Panzano.
90/100
La Montanina
Lampone e sottobosco, cenni vegetali. Il tannino un po’ ruspante comprime un sorso comunque dotato di buona verve minerale di fondo.
88/100
Le Corti Principe Corsini
Susina, nespola e cenni affumicati. Diretto e lineare in bocca, non troppo profondo, ma didattico e scorrevole.
87/100
San Fabiano Calcinaia
Ribes rosso, alloro e timo. Essenziale, godibile, con tannino pimpante e giusto sprint acido, finale semplice e grazioso.
87/100
Poderi Cianfanelli – Cianfanello
Muschio e felce, lavanda e susina nera, arancia sanguinella. Grande freschezza e spinta salina, tannino appena polveroso, frutto succoso e integro che prende la scena nel finale preciso e di buona profondità. Bella scoperta.
90/100
Poggerino – Nuovo
Scuro e fumoso: erbe disidratate, scatola da sigari, grafite e humus. Impostazione coerente in bocca: corpo ampio, acidità in lizza, tannino appena polveroso che corruga il finale piuttosto austero. Da riprovare tra qualche tempo.
89+/100
Terreno
Ritroso, ermetico, ma con bel respiro balsamico che emerge dopo qualche giravolta. Sorso schietto e dinamico, con frutto fragrante al centro e spalla acida rinfrescante, finale non troppo persistente, ma di ottima pulizia.
90/100
Vignamaggio – Terre di Prenzano
Tabacco e fruttini aciduli, erbe aromatiche e qualche cenno floreale. Sorso abbastanza robusto, con materia cremosa di fondo e tannino appena astringente, finale di frutto e di spezia scura abbastanza lungo. Valido.
90/100
Querciabella
Incenso e sandalo, ribes rosso e arancia sanguinella, cipria e floreale in crescendo. Bel binomio di forza e raffinatezza: il tannino spinge, ma non graffia, un cenno di sottobosco verde rinfresca la progressione di grande souplesse, ematica e silvana nel finale disteso e profondo. Una garanzia.
92/100
San Giorgio a Lapi
Affumicatura e cenni selvatici, bacche rosse. Semplice e spigliato con dinamica incentrata sul frutto e un finale appena astringente.
88/100
Seguiranno due articoli su Riserva 2019 e Gran Selezione.
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