La mia ultima visita a Emidio Pepe è avvenuta nello scorso luglio: sole bollente, buon bere e buon mangiare hanno caratterizzato il viaggio di allora.
Quest’oggi non solo la giornata è cupa per la pioggia e il cielo grigio, ma è arrivata anche la notizia che saranno introdotte altre limitazioni fino al 15 gennaio. Allora niente di meglio da fare che rivivere quelle giornate passate in Abruzzo a visitare cantine proprio attraverso uno dei vini speciali della regione: il Montepulciano d’Abruzzo di Emidio Pepe. In cantina, a Luglio, avevo degustato grandi annate come la 2001 la 2010 e la 2015, assaggi strepitosi anche se la più giovane 2015 ancora non esprimeva a pieno il suo potenziale gustativo.
Sono tornato qui a Roma con dei piccoli, grandi gioielli, e oggi ho deciso di aprirne uno: il Montepulciano 2008, perfetto in questa giornata piovosa e mesta in cui Roma è vuota a causa del Covid. Spero, se non altro, che il potere evocativo del vino mi riporti a quel periodo emotivamente carico ed allegro.
Fermentazione in vasche di cemento (vetrificato per legge). La vetrificazione è molto gradita dal produttore in quanto la pulizia delle vasche è migliore e di conseguenza anche i vini sono salvaguardati da micro-impurità che potrebbero influenzarlo negativamente. Inutile dire che la vinificazione è completamente svolta con lieviti indigeni e che la pressatura delle uve è quella tradizionale fatta con i piedi. Il vino una volta imbottigliato viene lasciato ad affinare nella loro cantina per un periodo che va da pochi mesi a svariati anni; per quelle bottiglie che raggiungono anni di affinamento, la bottiglia prima di essere venduta è aperta, ricolmata e ritappata con l’indicazione dell’anno di ricolmatura sullo stesso tappo: per esempio il Montepulciano d’Abruzzo 2008 che ho aperto aveva stampato sul tappo l’anno 2019.
L’aspettativa non solo non è delusa ma addirittura superata. Il colore di questo vino mi riempie il cuore. Ecco le mie note di degustazione:

Rosso intenso sangue. Appena aperto mi aspetto, come già mi è capitato più volte in bottiglie di Emidio Pepe, un po’ di riduzione, e, invece, questa volta, il vino è da subito di una complessità diasarmante: affascinante, trascinante come pochi. Profumi netti e puliti di arancia sanguinella e mora, note ematiche, sprazzi di cenere lasciano il passo a sottobosco, muschio e foglie bagnate, accenni di chiodi di garofano, idee animali in evoluzione, una fine nuance balsamica d’eucalipto.
In bocca non è da meno , anzi l’ingresso è poderoso ed elegante: cattura attenzione ed esige concentrazione. Il sorso avvolge con soave armonia tutto il palato, la freschezza sostiene una struttura lunga fino a fine chiusura insieme al ritorno sapido (anche questo lungo). Aromi di arancia sanguinella ed erbe medicinali riecheggiano nel cavo orale. Il tannino è di estrema eleganza e contribuisce ad accrescere la maestosità di questo vino meraviglioso, che mi riporta dritto a Torano Nuovo e a quell’ esperienza fantastica.
Che dire… grazie Emidio Pepe, grazie Abruzzo.
Punteggio: 95/100
Contrada Chiesi, 10
64010 Torano nuovo (TE)
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