Annata eccellente, vino ancora in forma smagliante, ma si sente – e si vede – che appartiene a un’altra epoca.
Già il colore scuro, ancora purpureo, lascia intuire una concentrazione, una ricerca della fissazione del colore a tutti costi oramai desueta. Il naso, poi, vede ancora protagonista il frutto scuro, dolce, sornione, la pastiglia alla vola, una traccia d’incenso e liquirizia e un ricordo d’ebanisteria – O Ikea, che si voglia dire.
Al palato è ancora tonico e scalpitante, morbido di frutto maturo all’ingresso e poi balsamico e speziato. Il tannino è mordente e l’acidità sostiene un finale balsamico che divide: io e Pablo lo troviamo dinamico e rinfrescante, la persona che lo assaggia con noi lo sente, invece, legnoso e disidratante.
Non riusciamo a metterci d’accordo sul giudizio finale, ma quel che è certo è che si tratta di un Barolo ancora giovanile, grintoso, che può dare soddisfazioni per qualche altro anno. Non rientra nel reame del trascendentale per il solo fatto d’essere figlio in un’epoca in cui (quasi) tutti tendevano a forzare un po’ la mano…
Punteggio: 92/100