Svolta in Abruzzo: per la prima volta il presidente del consorzio è un produttore privato

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Il consorzio vini d’Abruzzo ha finalmente un nuovo presidente.

Alessandro Nicodemi è stato eletto all’ unanimità dal nuovo consiglio d’amministrazione riunito oggi a Ortona (Chieti), composto dagli imbottigliatori Dino D’Ercole (Codice Citra), Rocco Cipollone (Masciarelli), Paolo Upiani (Zaccagnini), Carlo Di Campli (VinCo), Nicola Dragani (Madonna dei Miracoli), Giulia Cataldi Madonna (Cataldi Madonna), dai vinificatori Luciano Di Labio (Cantina sociale Villamagna), Fausto Cimini (Cantina sociale di Paglieta), Nicola D’Auria (Dora Sarchese), Chiara Ciavolich (Ciavolich) e dai viticoltori Miki Antonucci (Progresso Agricolo), Gennaro Matarazzo (Roxan) e gli stessi Nicodemi (Fattoria Nicodemi), D’Eusanio (Chiusa Grande) e Candeloro (Sincarpa). A riferirlo è Virtù Quotidiane.

La svolta arriva dopo mesi difficili per il consorzio vini d’Abruzzo: nei mesi estivi si era venuta a creare una vera e propria lotta intestina tra cantine sociali e aziende private. Queste ultime rivendicavano il diritto di eleggere un proprio candidato dopo un lungo periodo di alternanza al vertice di rappresentanti dei due colossi della viticoltura cooperativa abruzzese, Cantina Tollo e Citra.

Dopo una serie di fumate nere è stato finalmente raggiunto l’accordo che ha portato all’elezione del titolare della Fattoria Nicodemi di Notaresco (TE), il quale ha già ricoperto in passato la carica di presidente del Consorzio Colline Teramane.

Alessandro Nicodemi avrà il compito di proseguire l’opera imponente sul fronte della comunicazione portata avanti dal suo predecessore Valentino di Campli, che ha promosso diverse iniziative di rilievo internazionale nel corso del suo mandato, a partire dall’organizzazione di incoming per la stampa internazionale – di cui di cui avevamo dato conto in questo articolo – masterclass per operatori in tutto il mondo e itinerari enoturistici proposti anche attraverso l’ App Pecorsi. Nel contempo, Nicodemi dovrà cercare di sanare le fratture che si sono create negli ultimi tempi e d’instaurare un dialogo costruttivo tra le varie voci del complesso panorama vitivinicolo abruzzese.

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