A leggerla così, la notizia sembra una comica, ma in realtà accende i riflettori su di un progetto interessante portato avanti da una delle firme più note della galassia Champagne.
Peccato che qualcuno – probabilmente dei teppisti – abbia stroncato questa iniziativa sul nascere, rubando, nella notte del 2 gennaio, le quattordici pecore babydoll messe a pascolare nel vigneto “sostenibile” di Moet & Chandon ad Aÿ, nel cuore della Vallee de la Marne. A lanciare l’allerta è stato il pastore appuntato dal management di LVMH. (Fonte: The Drink Business)

Se vi state chiedendo a cosa servano le pecore nel vigneto, la risposta non è difficile: questi animali, brucando, fungono da diserbanti naturali, e permettono di rinunciare al passaggio con il trattore falciaerba e all’uso di erbicidi. Chi se ne intende di viticoltura dirà che, rispetto a pesticidi e insetticidi, gli erbicidi sono un male minore, tant’è che la maggioranza delle aziende dalle nostre parti ha rinunciato ad usarli. Purtroppo, però, l’abbandono di queste sostanze è stato più lento in Champagne, dove molti conferitori continuano ad usarli, anche se l’obiettivo dell’ Association Viticole Champenoise è eliminarli completamente entro il 2025.
Negli ultimi anni, Moet & Chandon ha lanciato un ambizioso piano per la sostenibilità, investendo ben 20 milioni di euro in un centro che effettua ricerche e sperimentazioni su metodi di viticoltura sostenibili. L’azienda, peraltro, sarà “herbicide free” entro la fine dell’anno. Non sembra un grandissimo traguardo quest’ultimo se lo si paragona con quanto fatto da Louis Roederer, che da anni gestisce la maggior parte dei vigneti di proprietà in biodinamica, ma è comunque uno sforzo importante per un colosso che produce all’incirca 38 milioni di bottiglie ogni anno.
Moet & Chandon non è la prima realtà vinicola nel mondo a integrare un gregge in un vigneto. Si stima che il 59% delle cantine neozelandesi abbia integrato dei greggi nei propri vigneti (dopotutto il paese vanta una popolazione di ben 37 milioni di esemplari!). Anche nel Regno Unito Nyetimber, maison spumantistica che rivaleggia con i grandi marche champenoise, ha messo a pascolare ben 400 pecore nelle proprie tenute. In Italia, invece, esistono aziende che hanno reintrodotto capi di bestiame nelle vigne, ma nessuna grande firma ha investito in progetti di questo genere. E’ un peccato perché, oltre a tenere a bada il manto verde, gli animali favoriscono il recupero della biodiversità dell’ecosistema e scongiurano il dilavamento del suolo che, invece, viene rafforzato dai continui passaggi del trattore.
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