Una decisione che può scatenare una vera e propria crisi diplomatica. La Russia ha inaugurato il “sovranismo delle bollicine”, proibendo l’utilizzo del nome Champagne da parte delle maison champenoise.
Sono oramai lontani i tempi in cui lo Zar Alessandro II ordinava grandi quantitativi di Champagne in bottiglia trasparente per evitare avvelenamenti. Se l’ancienne regime aveva un debole per tutto ciò che è francese, la propaganda del nuovo zar, Vladimir Putin, va nella direzione contraria e punta ad eliminare tutti i prodotti che non provengono dalla madre patria.
La notizia di oggi, riportata da Bloomberg e ribattuta da ANSA, fa scalpore: i produttori champenoise, se vorranno esportare i loro spumanti in Russia, dovranno rinunciare al nome storico e chiamarli “sparkling wines”. Il nome Champagne sarà, invece, dominio esclusivo degli spumanti russi, che – bisogna specificarlo – non hanno nessuna affinità organolettica con le bollicine transalpine e non sono prodotte nemmeno con il metodo Champenoise, ma con una tecnica di spumantizzazione “continua” che ricorda il Metodo Martinotti. Inutile dire che la qualità non sia nemmeno lontanamente comparabile. E’ probabile che gli oligarchi russi, che sono tra i principali acquirenti di Champagne cuveè de prestige, avranno a che ridire…
Ovviamente dalla Francia si è sollevato un coro di sdegno. LVMH ha già annunciato il blocco temporaneo delle esportazioni verso la Russia e quasi tutte le maison più importanti si dicono intenzionate a seguire la stessa linea. Preoccupazioni sono state espresse da Anna Chernyshova, consulente nel mercato dei vini e specializzata nella creazione di cantine con bottiglie eccezionali per clienti facoltosi. Alla France Presse ha confessato: “Il mio telefono non smette di suonare, i miei clienti cercano di capire che cosa possono fare”. Minimizza, invece, il presidente della Unione dei viticoltori russi Leonid Popovich, che afferma: “non ci saranno colpi di Stato o suicidi in serie tra le élite russe semplicemente perché non potranno più approvvigionarsi di Moet“.
In ogni caso, la guerra degli spumanti è cominciata ed è chiaro che potrebbe allargarsi ad altre tipologie di vino. C’è chi intravede in questa scelta folle da parte del governo russo un’opportunità per il Prosecco e per gli altri produttori di spumanti italiani, ma anche i nostri prodotti potrebbero diventare vittime dello zelo sovranista a breve giro.
GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SUL MONDO DEL VINO
SEGUI SOMMELIER LIFE SU FACEBOOK
SEGUI SOMMELIER LIFE SU INSTAGRAM
Se ti è piaciuto questo articolo, potresti essere interessato anche a:
Ecco le migliori carte dei vini del mondo: sei sono in Italia
Le migliori aziende vinicole sostenibili secondo Robert Parker
Presentato il nuovo Coravin per spumanti e vini frizzanti
Svolta epocale nel Chianti Classico: introdotti undici Cru per la Gran Selezione
Chianti Classico 2019 e 2018: i migliori vini dell’anteprima Chianti Classico Connection 2021
Franco Battiato e il vino: tre etichette siciliane per omaggiare il grande maestro
Tannico conquista la Francia: acquisito uno dei più importanti e-commerce d’oltralpe
Esplode una vasca e dalla cantina sgorga un fiume di vino rosso
Il futuro dei Supertuscans è nel Cabernet Franc: lo dice l’enologo di Ornellaia
La presidente FIVI chiede di limitare il potere delle grandi aziende nei consorzi
Nella città del vino dell’ Etna si vendono case a un euro
Si rifiuta di consegnare un messaggio fascista con il vino e Winelivery lo licenzia
C’è un vignaiolo piemontese tra i giovani che cambieranno il mondo secondo 50Best