Il consorzio sul Greco di Tufo a 1,19 euro: “danno a centinaia di produttori”

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A distanza di giorni dall’oramai famigerato episodio del Greco di Tufo a 1,19 euro è arrivata la reazione del Consorzio Vini d’Irpinia, che ha inviato una missiva a Multicedi, società che gestisce il punto vendita Decò dove sono state (s)vendute le bottiglie in questione.

Questo il contenuto della missiva inviata dal presidente del Consorzio Vini d’Irpinia Stefano di Marzo:


Nei giorni scorsi si è sollevato un acceso dibattito sui media, in seguito alla promozione da Voi effettuata dei vini Fiano di Avellino DOCG 2019 e Greco di Tufo DOCG 2019 recanti la label “Gusto Decò”, che esponeva a scaffale i suddetti vini al prezzo di euro 1,19 la bottiglia.
L’intera comunità dei produttori irpini, nonché giornalisti e osservatori hanno unanimemente assunto una posizione fortemente critica rispetto a un’offerta che, attesi gli elevati costi di produzione di vini di pregio riconosciuto, evidentemente svilisce l’immagine di quei prodotti e mortifica l’impegno di tanti operatori della filiera.
Il Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia, che mi onoro di rappresentare, ai sensi dell’art.41, commi 1 e 4, della legge 238/2016 ha il compito, com’è noto, di svolgere funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi delle DOCG irpine.
Pur non intendendo entrare nel merito delle specifiche scelte commerciali della clientela, è evidente che un livello di prezzo così depresso, così largamente incapiente rispetto ai costi di produzione di un vino a DOCG, è suscettibile di procurare un danno d’immagine a un’intera comunità di svariate centinaia di produttori irpini che sull’economia di questi vini fondano il sostentamento delle proprie aziende e famiglie. È altresì noto che la filiera della vite e del vino è uno dei comparti trainanti l’intera economia della provincia di Avellino.
È necessario dunque che i vini a denominazione d’origine, per il valore che la stessa legge 238/2016 attribuisce loro, siano gestiti anche in fase di commercializzazione con senso di responsabilità, appello a salvaguardare il valore delle denominazione che rivolgiamo anche alla comunità di produttori ed imbottigliatori, poiché un’attività di promozione come quella da Voi posta in essere può riverberarsi negativamente sul lavoro di tanti operatori anche per il futuro, a causa del danno d’immagine che si genera presso il consumatore per effetto di un non idoneo posizionamento di prezzo.
Confidiamo che possiate condividere tale linea di condotta, nell’interesse della comunità agroalimentare regionale, adottando idonea comunicazione nei confronti della vostra clientela affinché l’infortunio in discorso resti un episodio infelice e non produca ulteriori danni”. 

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