Clima di tensione in Champagne, dove, nel mezzo di uno momenti clou del ciclo produttivo annuale, i dipendenti della maison più famosa in assoluto protestano contro la decisione di non concedere loro il “bonus Macron”
Diverse centinaia di lavoratori hanno scioperato presso la sede di Moët & Chandon a Epernay, in Francia, mercoledì, chiedendo il cosiddetto “bonus Macron”, che LVMH avrebbe rifiutato di pagare al personale. Il bonus, che prende il nome dal premier francese che lo ha istituito sulla scia delle proteste dei “gilets jaunes” alla fine del 2018, è un premio annuale esentasse di 1000 euro (1190 dollari) pagato dalle aziende ai dipendenti la cui paga è inferiore a tre volte il salario minimo. All’inizio di quest’anno, il governo francese ha annunciato il suo rinnovo, ma il rappresentante sindacale locale Alexandre Rigaud della CGT (Unione Generale dei Lavoratori) ha riferito all’agenzia di stampa AFP che LVMH e Moët & Chandon hanno deciso di non pagarlo.
“Moët et Chandon e LVMH non vogliono pagare il bonus Macron quest’anno e i dipendenti non capiscono perché. Nonostante i profitti alti di LVMH, il patrimonio di Bernard Arnault (che attualmente è l’uomo più ricco del mondo) e il fatturato di Moët & Chandon, la direzione si rifiuta di distribuire i guadagni equamente con il personale dipendente”, ha riferito Rigaud.
Gli scioperanti hanno dato tempo alla direzione di LVMH fino al fine settimana per iniziare i colloqui e gli scioperi riprenderanno lunedì. Secondo l’AFP, un portavoce della casa di Champagne ha riferito che le discussioni avranno presto luogo.
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