La notizia è stata battuta da Avellino Today. Villa Raiano, imbottigliatore del famigerato Greco di Tufo a 1,19 euro contro il quale aveva già puntato il dito Luciano Pignataro, ha deciso di fare causa a un franchisee della catena di supermercati Decò per il danno d’immagine arrecato dalla campagna promozionale “selvaggia” alla reputazione del proprio marchio, che è tra i più importanti del territorio irpino.

In effetti, basta scrutare con più attenzione l’etichetta esibita in foto per rendersi conto dell’ “inganno”: il prezzo del vino senza super sconto è 5,49 €, una cifra comunque bassa per un vino DOCG, ma non “folle” come quella dell’offerta. E’ evidente che si tratti del classico ribasso estremo in previsione del Natale, una pratica che, purtroppo, colpisce molti vini (anche qualitativamente rilevanti) presenti sugli scaffali della GDO, Barolo compreso.
“Quanto accaduto ci amareggia e ci indigna, per il danno creato al nostro marchio, ma anche e soprattutto per l’assoluta mancanza di rispetto verso il valore dei vini della nostra terra – afferma Sabino Basso, proprietario di Villa Raiano, ad Avellino Today -. La nostra azienda è conosciuta in tutto il mondo per il valore e l’unicità dei suoi vini. A conferma del nostro continuo impegno nel migliorare la percezione dei vini irpini nel mondo, dal 2009 produciamo 5 cru (tre Fiano di Avellino, un Greco di Tufo e un Irpinia Campi Taurasini) prodotti con uve provenienti da singole vigne proprio per mettere in risalto le ulteriori unicità e il grande valore organolettico che il nostro territorio ci offre. Alcuni dei nostri vini vengono spesso inseriti da diverse testate nazionali e internazionali tra i migliori bianchi del mondo, portando lustro non solo alla nostra azienda ma a tutte le denominazioni irpine. I vini che forniamo a Decò sono prodotti quasi esclusivamente con uve acquistate da nostri fidati conferitori e lavorate con un invecchiamento minore rispetto a quello che riserviamo alle nostre selezioni, pur mantenendo la stessa attenzione e cura, in modo tale da dare al consumatore finale un prodotto di qualità più che rappresentativa delle nostre denominazioni, qualità confermata anche dal sigillo di Stato che ne certifica l’aderenza al disciplinare. Siamo estremamente dispiaciuti per quanto successo, ma questo ci spinge a lavorare con ancora maggior convinzione, dedizione e rispetto per il nostro territorio e le nostre denominazioni”.“
AGGIORNAMENTO 4/1 – Luciano Pignataro ha pubblicato la risposta della Catena Decò, che si è dichiarata parte lesa e ha affermato che l’offerta promozionale è legata al cambio di marchio di un punto vendita.
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