Le immagini sono impressionanti: a primo acchito sembra che le vigne di Chablis stiano prendendo fuoco.
In realtà, però, si tratta di fuochi controllati accesi dai vignaioli per evitare che il freddo della notte bruci le gemme e comprometta la stagione. E’ un metodo al quale i produttori fanno ricorso sempre più spesso negli ultimi anni, perché il cambiamento climatico ha comportato un aumento consistente del rischio di gelate primaverili. Succede fin troppo di frequente che a Gennaio e Febbraio la temperatura salga ben al di sopra della media stagionale e che il ciclo della vita riparta in anticipo. Il risultato di questi fenomeni è che la gemma viene fuori molto prima della norma, ma poi comincia a fare di nuovo freddo, le temperature – soprattutto nelle vigne più basse – scendono sotto lo zero e, in mancanza di interventi tempestivi, si rischia di perdere tutto. La gelata più grave è stata quella del 2016: nelle notte del 26 e del 28 aprile oltre l’80% delle gemme delle vigne di zone storiche come Pommard, Chablis, Vosne Romanee sono state bruciate dal freddo. Molti produttori sono stati costretti a saltare completamente la stagione e, da quel momento, hanno cominciato ad adoperarsi per trovare soluzioni come queste.
Le foto di Titouan Rimbault, fotografo di Auxerre, mostrano gli sforzi messi in campo dai produttori di Chablis, che “come guerrieri”, trascorrono la notte in vigna e vegliano sui fuochi. “L ‘ ennesima serie di foto della gelata primaverile a Chablis – commenta Rimbault – Questo spettacolo è grandioso per gli occhi, ma non bisogna dimenticare la situazione molto difficile per tutti quei viticoltori che combattono contro madre natura…Un pensiero anche per tutti gli altri produttori / agricoltori che non hanno i mezzi per trovare una soluzione contro questo congelamento tardivo…”.
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