Anche le compagnie aeree si mettono a vendere vino online

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E’ stato appena lanciato e si è già guadagnato il primato di e-commerce del vino più bizzarro nato nel corso di questa pandemia. Parlo di Flagship Cellar Wines, il sito creato dalla più importante per compagnia aerea americana per smaltire il vino in eccesso.

La notizia l’ha data la CNN ed è stata ribattuta da ABC. Dal momento che i voli arei sono pochi, e in molti casi il servizio di bevande è stato proibito per evitare la diffusione del COVID-19, American Airlines, la più grande compagnia area degli Stati Uniti, ha deciso di aprire un e-commerce in cui vende a prezzi scontati tutti i vini rimasti in magazzino. L’e-commerce, che è già attivo a questo indirizzo, offre circa 42 proposte differenti tra pacchetti tematici – Champagne, San Valentino, memorie di viaggio – etichette singole e un wine club con abbonamento mensile (99$). La selezione è composta perlopiù da vini del Nuovo Mondo, fatta eccezione per qualche bottiglia di Rodano, Spagna e un solo Porto. Stupisce – ma non troppo – la completa assenza dell’Italia.

Sulla scelta d’intraprendere un’iniziativa del genere, che appare stramba anche per il curiosissimo mercato statunitense del vino online, il capo dell’ufficio clienti di American Airlines Alison Taylor afferma: “speriamo di circa 40.000-50.000$ di vino nei primi mesi dell’anno“. E’ una cifra irrisoria per un’azienda che, da inizio pandemia, ha perso 3,6 miliardi dollari di profitti, ma Taylor specifica che, oltre ad evitare una svalutazione del magazzino, “Flagship Cellar Wines è un modo di interagire con i clienti anche quando non viaggiano e di fargli scoprire i vantaggi della Business class”.

In realtà non si tratta di un format del tutto innovativo: già da tempo Air France gestisce la piattaforma Vente a la proprietè, attraverso la quale è possibile acquistare i vini serviti in prima classe. American Airlines, però, può contare su di un vantaggio competitivo importante che potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella riuscita del progetto: la possibilità di operare sull’intero territorio nazionale. Negli USA, infatti, è molto difficile- in qualche caso impossibile – vendere alcolici online da stato a stato, a meno che non si abbiano sedi operative in tutto il territorio federale.

Personalmente non escluderei un tentativo d’imitazione da parte di compagnie e europee e non. Alitalia, per esempio, potrebbe proporre i propri vini, che in passato sono stati selezionati dalla Fondazione Italiana Sommelier e Gambero Rosso, e mettere in offerta (speriamo senza ribassi estremi) il vino d’ingresso della cantina più premiata d’Italia; Lufthansa, invece, potrebbe far forza sul nome del suo selezionatore: il master of wine Markus Del Monego. Sarebbe, però, Emirates a sbaragliare la concorrenza con la sua selezione prestigiosissima, che annovera al suo interno miti assoluti come Margaux, Mouton Rothschild, La Mission Haut-Brion e l’immancabile Dom Perignon.

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