Winelivery è di nuovo nell’occhio del ciclone per il licenziamento un rider che ha strappato un biglietto con un messaggio inneggiante al Duce da recapitare nel giorno dell’avversario della liberazione insieme a due bottiglie di vino.

Il Resto del Carlino riferisce che Luca Nisco, rider 30enne residente a Bologna, ha ricevuto la notifica della sospensione del rapporto lavorativo in seguito ad uno spiacevole evento verificatosi nella giornata di Domenica 25 aprile. Al rider era stata affidata la consegna di due bottiglie regalo con dedica personale. Il cliente aveva chiesto a Winelivery di scrivere sul biglietto una frase dal significato inequivocabile: “che il nostro Duce possa guidare da lassù la rinascita”. Stupito ed inorridito, Nisco ha strappato il messaggio e ha riferito alla signora che attendeva la consegna di averlo scartato perché “conteneva oscenità”.
Il giorno seguente è arrivata la brutta sorpresa: “Buongiorno Luca – recita la mail della direzione – la presente per informarti che l’offerente Winelivery ha annullato tutti i turni a te assegnati, segnalando un comportamento scorretto tenuto durante lo svolgimento di un job. Ti chiediamo di considerare nulle le lettere d’incarico ricevute per i job con Winelivery”. Contattata, l’azienda ha specificato che il rider ha attuato due comportamenti scorretti: primo, “una palese violazione della privacy aprendo il sacchetto e leggendo il biglietto. Al netto del contenuto, non doveva assolutamente accadere“; secondo, “ha attuato nei confronti del cliente finale un comportamento non in linea con i valori aziendali, strappando il biglietto“. Nisco, però, si è difeso specificando che il pacco era aperto e, pur ammettendo di aver sbagliato a strappare il biglietto, sostiene di aver subito un trattamento ingiusto.
L’errore, secondo la redazione del Carlino, sarebbe avvenuto a monte: i gestori della piattaforma, infatti, avrebbero dovuto rifiutare il messaggio, che non solo viola i termini e le condizioni del servizio, ma è anche contrario alla legge (l’apologia al fascismo è reato). In un certo senso Nisco si è semplicemente fatto carico di un compito – quello di filtrare il messaggio “osceno” – che chi di competenza ha disatteso, ed è proprio su questo punto che si baserà l’azione legale intentata dal rider per far valere le proprie ragioni.
AGGIORNAMENTO: La risposta di Winelivery
Buonasera a tutti, Vorremmo chiarire quanto accaduto: il messaggio del biglietto è assolutamente contrario ai nostri principi e valori (come specificato nei nostri Termini e Condizioni al punto 13.3). In altre parole, il fascismo ci fa schifo, ma con oltre 3000 ordini gestiti ogni giorno su 70 città italiane non siamo riusciti a intercettare il contenuto del messaggio. Messaggio che è stato, di fatto, erroneamente trascritto dal responsabile dello store di Bologna che, nella fretta della preparazione degli ordini, non ha avuto la lucidità di interpretarlo correttamente e nei confronti del quale l’azienda ha in atto provvedimenti. Ciò detto, il rider in questione, che per inciso non è mai stato un nostro dipendente ma che da Febbraio 2020 presta occasionalmente i suoi servizi di consegna, ha attuato due comportamenti inaccettabili: ha violato la privacy di un cliente, leggendo il contenuto del bigliettino e lo ha strappato con violenza di fronte alla destinataria, la signora quindi non era al corrente del contenuto e si è molto spaventata. In Winelivery non tolleriamo la violenza in nessun caso, inoltre queste due azioni sono contrarie alle regole di protezione dei dati sensibili e agli standard di eccellenza di servizio che offriamo ai nostri clienti. Per questo motivo, abbiamo comunicato al rider che i servizi resi dallo stesso non sono in linea con quelli ricercati dall’azienda. Speriamo di aver chiarito la questione. Grazie per l’attenzione!
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