Una Borgogna italiana non esiste: lo ha ribadito anche il magister Giancarlo Marino in una recente intervista su Intravino. Esistono soltanto singoli vigneti e singoli produttori capaci di tirar fuori dal Pinot Noir vini che riescono ad avvicinarsi al modello Borgogna e a sfiorare le corde di chi se n’è innamorato. Tra questi pochi eletti c’è Podere della Civettaja, azienda naturale del Casentino che fa grandi cose anche in annate così così.
Fermentato spontaneamente e affinato per 12 mesi in barrique di 3°,4° e 5° passaggio, Il Pinot Nero 2017 non scimmiotta a tutti costi i canoni estetici della terra promessa, ma ha quel tratto esotico, “charmant” che definisce i migliori Pinot della Cote d’Or e del mondo; classico nelle sue trasparenze, abbina un frutto caldo, ma non eccessivo, a tratti ariosi di fuliggine, erbe silvestri, rosa appassita, cumino e ginseng. In bocca il tannino si nasconde tra le pieghe della parte fruttata golosa, che va a braccetto con sferzate precise, rinfrescanti d’arancia sanguinella. Il finale è variopinto, cangiante: dura il giusto e passa dall’incenso alla miscela arabica nell’arco di pochi minuti.

Per la cronaca, Vincenzo Tommasi, titolare di Podere della Civettaja, è uno dei tanti professionisti del vino folgorati sulla via per la Côte d’Or. Agronomo di formazione, ha fondato nel 2002 un’azienda Pinot-centrica in una zona pedemontana dell’Aretino che in molti conoscono per i filati e che, da qualche tempo, fa registrare un’incidenza di vigne/vigneron vocati al Pinot Nero assolutamente sorprendente. Vincenzo è anche presidente dell’Associazione dei vignaioli del Pinot nero toscano. Al netto di vari assaggi, oserei dire che il suo unico vino – non fa altro! – è tra i Pinot Noir più centrati e affidabili da Bologna in giù.
Punteggio: 93/100
Podere della Civettaja
52015 Casina Rossa (AR)
Distribuito da: Teatro del Vino
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