(Cronache di bevute estive spericolate)
Piantare Riesling a pochi chilometri dal mare, su di un terreno sabbioso a 30 metri d’altitudine, è roba folle o da folli sperimentalisti.
Jasci & Marchesani ci ha provato e il risultato non è malvagio. La varietà che prolifera nei dintorni di Augusta Treverorum – ovvero l’odierna Treviri – l’hanno messa a dimora nel circondario di Histonium, insediamento romano poi divenuto Città del Vasto (o semplicemente Vasto), patria della ventricina, del brodetto e del mitico Maccio Capotonda.
“ E se poi te ne penti?” mi dicevo mentre agguantavo la renana dallo scaffale di un’enoteca in zona. Dopo aver bevuto per due settimane solo Trebbiano e Pecorino, la voglia di assaggiare qualcosa di diverso era tanta, ed è per questo che, trovata l’alternativa, ho voluto prendermi il rischio.
Tutti i Riesling da climi caldi/mediterranei assaggiati fin ora li ho trovati grevi, snaturati, così tracotanti nella parte fruttata da essere più simili a un Traminer venuto male che al classico di vino di Mosella. Pensavo di trovarmi di fronte a qualcosa di sovramaturo anche in questo caso.. e invece mi sbagliavo…
L’Histonium è un vino discreto, ma non ha i connotati classici del Riesling. Pienamente dorato nel colore, spara fuori dal bicchiere aromi di ginestra, papaya, ananas e mentuccia che fanno molto cocktail sorseggiato al bancone di un chiringuito in qualche paese tropicale. Il sorso è dotato del giusto nerbo (sapido più che acido), ma rimane comunque molto morbido – forse troppo per gli amanti del vitigno – e un po’ più esile nel corpo rispetto ai classici bianchi abruzzesi.
Di certo non lascia un ricordo indelebile, ma non è neanche da buttare come tenevo. Penso, tra l’altro, che potrebbe star bene con piatti esotici e un po’ piccanti come i gamberi al curry o il cous cous pantesco. Io però con la cucina etnica/arabesca non so destreggiarmi, e quindi me lo sono bevuto con delle semplicissime canocchie Adriatiche con aglio e peperone verde…
Punteggio: 85/100
Via Colli Albani, 3/C
66054 Vasto (CH)
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