Vittorio Marzotto, Francesco Ricasoli e Andrea Ferrero del Consorzio Barolo e Barbaresco hanno espresso il loro scetticismo sul Vinitaly di Giugno. La manifestazione rischia di essere un flop, ma i produttori sono vincolati dai versamenti effettuati per Vinitaly 2020.
Il messaggio dell’editoriale di Tom Hyland su Wine Searcher è molto chiaro: i produttori sarebbero assai più contenti se Veronafiere decidesse di rimandare Vinitaly al 2022. Il dato più eclatante è quello fornito da Andrea Ferrero, direttore del consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, che ha sondato il terreno all’interno della propria cerchia e ha constatato che il 92% dei produttori intervistati vede di buon occhio il rinvio. Coerente con questa posizione è il commento di Francesco Ricasoli, titolare di una delle aziende storiche del Chianti Classico: ” Tenere Vinitaly non ha senso per numerose ragioni – spiega Ricasoli – Pochissimi europei parteciperanno e non ci saranno i buyers internazionali. Peraltro, Giugno è troppo tardi. Per quella data le aziende avranno già inviato i campioni a partner e giornalisti.” Della stessa opinione è anche Vittorio Marzotto, referente del gruppo Santa Margherita per gli Stati Uniti: ” Non partecipiamo. Non riteniamo che sia un buon investimento perché crediamo che a Giugno l’Italia potrebbe avere ancora problemi seri con il COVID. Molti paesi europei, non solo l’Italia, sono indietro con i vaccini”.
A detta di Hyland, la decisione di non cancellare il Vinitaly 2021 è legata alle esigenze finanziare di Veronafiere. I produttori avevano già versato nei primi dell’anno scorso il 70% dell’importo dovuto per la partecipazione a Vinitaly 2020. L’organizzazione ha trattenuto la somma nella speranza di poter disputare l’evento nel 2021. Secondo Marzotto, la restituzione delle caparre porterebbe Veronafiere sull’orlo del tracollo finanziario. D’altro canto, però, la terza ondata potrebbe aumentare l’incertezza e costringere i vertici del polo fieristico a rivedere le proprie posizioni. ” Le posizioni si ammorbidiranno rapidamente – afferma Marzotto – la nuova situazione del contagio implicherà nuove limitazioni per gli eventi in presenza”.
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