Continua il racconto di Campania Stories con tutti i vini a base Fiano e Greco.
Chiaramente in questa categoria la fa da padrone l’Irpinia, ma non bisogna sottovalutare le migliori interpretazioni provenienti da Cilento e Sannio. Nel primo territorio il parterre è molto eclettico, con versioni affinate nei contenitori più disparati che hanno come trait d’union la solarità del terroir mediterraneo. Nel Sannio, invece, non esiste ancora una linea comune e, allo stato attuale, vince chi non ha fretta di commercializzare le nuove annate.
La Campania dalla Falanghina alla Coda di Volpe: dieci vini straordinari
FIANO DI AVELLINO
I Favati – Pietramara 2020
Pera kaiser, salvia, una traccia vegetale che non stona e una ventata floreale che completa il quadro. Ha bisogno di qualche mese per assestarsi, ma la stoffa è quella giusta. Promettente.
90/100
Tenuta Cavalier Pepe – Brancato Riserva 2018
Una delle prime Riserve messe in commercio: fa un breve passaggio in legno ed esprime al suo esordio sensazioni complesse ed ammiccanti di camomilla essiccata, caramella d’orzo, mandorla dolce, qualche tocco mielato. Un tocco erbaceo dà lo sprint ad un sorso abbondante, ma vispo e reattivo come da canone per il Fiano di Lapio, con un finale scandito da rintocchi salini.
91/100
Pietracupa – 2019
Un classico intramontabile: austero e fascinoso, salmastro e fumè all’esordio e poi piccante di erbe aromatiche. Procede sferzante, come una limonata con un pizzico di sale, lungo nei rimandi rocciosi che profilano una chiusura quintessenziale. Ottimo
91/100
Passo delle Tortore – Bacio delle Tortore 2020
Lo assaggio per la prima e rimango molto sorpreso: il profumo è intensamente minerale, idrocarburico a tratti e carico di rimandi alla frutta a guscio che riecheggiano anche sul fondo del sorso grintoso, appagante, in fase di assestamento, ma che lascia intuire un potenziale evolutivo non indifferente.
91/100
Colli di Lapio – 2020
Naso che conquista già in prima battuta: verbena, lavanda, lime e cedro, maggiorana, nocciola tostata e una bella matrice minerale di fondo. Il sorso è goloso e scattante allo stesso tempo, completo già in questo fase, ma il meglio deve ancora venire… Eccezionale!
92/100
Cantina del Barone – Particella 928 2019
Sempre uno dei vini più singolari dell’Irpinia tutta, esprime aromi ossidativi di miele d’acacia e nocciola tostata, fieno e luppolo che lo rendono molto accattivante. Ha più polpa e cremosità della maggior parte delle etichette in batteria, ma anche tanta salinità che sostiene l’allungo notevole. Non mette tutti d’accordo, ma è tra vini i più riconoscibili e caratterizzanti attualmente prodotti in zona.
93/100
GRECO DI TUFO
Di Prisco – Pietra Rosa 2019
Quadro sorprendente, ossidativo, ma intrigante: emergono aromi di idrocarburo e pepe bianco, mela golden matura e nocciole. L’impostazione in bocca è coerente, con un tratto minerale scuro, sulfureo a fare da contraltare a ritorni mielati e fruttati molto abbondanti. Non per tutti, ma ha tanto carattere.
90/100
Pietracupa – 2019
Polline e camomilla, cedro, pera immatura e la solita ventata fumè che fa capolino dopo qualche minuto. Quadro raffinato che trova conferma nel sorso profondo, agrumato e allo stesso glicerico, più morbido e accomodante del solito, ma sempre incisivo.
90/100
Tenuta Cavalier Pepe – Grancare Riserva 2018
Uva spina, zenzero candito, un accenno vegetale e un tocco mielato su fondo di pietra focaia. E’ più robusto e cremoso del Nestor, ma sempre vispo e scattante, con un tocco vegetale sul fondo e un finale minerale di ottima durata.
91/100
Cantine di Marzo – Vigna Serrone Riserva 2019
Buona la prima per il Greco Riserva: Serrone ammicca ed appaga con una miscela di pesca gialla e propoli, scorza di limone candita, lemongrass, la solita nota iodata. L’anno in più in bottiglia ha rimpolpato la gustativa, senza, però, domare la freschezza arrembante di un sorso integro e dùùù profondo. Ottimo adesso, ma a tenerlo da parte non si fa peccato.
91/100
Cantine di Marzo – Vigna Ortale Riserva 2019
Più dolce e maturo: sa di caramella al limone e albicocca, salvia e mela golden su fondo marino. E’ più grasso, un po’ meno scattante del Serrone, ma sempre equilibrato e molto scorrevole. Buona anche la seconda.
91/100
Cantine di Marzo – Vigna Laure Riserva 2019
Una sorta di sintesi dei precedenti: mette insieme una parte dolce – mimosa, rosa gialla, macedonia estiva – con ventate di finocchietto selvatico e bergamotto. Ha l’impeto minerale del Serrone, la polpa dell’Ortale e chiude teso, slanciato, lasciando presagire un bel percorso evolutivo. Come si suol dire, non c’è due senza tre!
92/100
Cantine dell’Angelo – Miniere 2019
Viene da vigne che sovrastano una miniera di zolfo ed è tutto giocato su note minerali cupe – sulfuree, per l’appunto – che, insieme a qualche tocco lampo di miele e di susina matura, danno vita a un profilo profondo, chiaroscurato, imperniato su di una lama di acidità che mette in moto la massa importante e allunga un finale di maestosa austerità. Stregante adesso e meraviglioso in prospettiva.
93/100
Di Meo – Vittorio 2008
Quattordici anni di affinamento e il solito canovaccio del Greco lascia spazio ad aromi di cannella e miele millefiori, zafferano, erbe officinali, crema chantilly che fanno molto Borgogna dei Grand Cru. L’acidità portentosa continua a scandire un sorso vitale e completo, energico e goloso, con un finale speziato e mielato da lacrimuccia. Strepitoso!
97/100
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