L’ Unione Europea ha preso atto del coro di sdegno che si è sollevato in seguito alle posizioni espresse nel Beating Cancer Plan e ha cercato di aggiustare il tiro specificando che non intende etichettare il vino come tossico, ma semplicemente evitare il consumo nocivo.
L’ANSA riporta la seguente la seguente dichiarazione:
” L’ Unione europea non vieterà il vino e non lo etichetterà come qualcosa di tossico. L’Europa ha i più alti livelli di consumo di alcol nel mondo e nonostante ciò la consapevolezza dell’alcol come fattore di rischio per il cancro è bassa. Per prevenire il consumo nocivo è necessario il rafforzamento delle politiche di controllo dell’alcol. Nell’ambito della revisione delle politiche di promozione dei prodotti agroalimentari, la Commissione esaminerà anche la sua politica di promozione delle bevande alcoliche”.
Sono affermazioni che comunque non fanno dormire sonni tranquilli. Infatti, se da un lato rincuora la marcia indietro sull’etichettatura del vino in maniera simile al fumo, dall’altra preoccupa il passaggio relativo alla decisione di rivedere le politiche di promozione dei prodotti agroalimentari. Le associazioni di settore temono, in particolare, il taglio dei fondi europei per la viticoltura. Scongiurato per il momento sembra, invece, l’introduzione paventata in un primo momento di una tassazione mirata a scoraggiare il consumo d’alcol (vino compreso). La partita, in ogni caso, è ancora aperto, e il nuovo ministro dell’Agricoltura avrà l’arduo compito di far valere le ragioni del primo paese per produzione di vino al mondo.
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