Di Dolcetti di Ovada ne avevo assaggiati diversi in varie rassegne, ma non me n’ero mai fatto una bottiglia prima di trovare il romantico, scalda cuore Ovada Riserva Nonno Rucchein 2015 di Cascina Boccaccio sullo scaffale di Volpetti a Testaccio.
L’ho bevuto in una merenda sinoira con pane, San Daniele e Parmigiano e sono rimasto immensamente soddisfatto. I connotati del “Dolcetto di maggior maggior gradazione e maggiore densità” decantato ant’anni fa da Mario Soldati ci sono tutti, e il profumo goloso e rupestre, di amarena e sottobosco, cioccolato e oliva nera, è perfettamente in linea con nome ed etichetta. Il sorso profila l’ acidità sferzante che si addice a un vino d’alta collina – le vigne in zona Ovada sfiorano i 600 metri d’altitudine – e il classico frutto croccante, gagliardo, in questo caso rosso e non blu/nero come nella maggior parte dei “Dulset” langhetti, a fare da contraltare.
So, perché ho partecipato ad Ovada Revolution al Vinitaly 2019, che vini come questi possono dare soddisfazioni per dieci e più anni dal momento del rilascio (… lo diceva anche Soldati a suo tempo). Il problema è la reperibilità: le pochissime bottiglie delle ultime annate che si trovano in giro finiscono in un battibaleno!
Per i più pignoli specifico che Cascina Boccaccio segue i principi dell’agricoltura biologica e rinuncia a filtrazioni, chiarifiche, aggiunte di lieviti, abuso dei solfiti ecc. Non so se si definiscono “naturali” o meno ma le loro bottiglie vendono regolarmente vendute da enoteche e wine bar che trattano solo naturale. Di sicuro rientrano, però, nella categoria degli artigianali, e questo personalmente mi basta…
Punteggio: 91/100
Localita pianomoglia, 21
15070 Tagliolo Monferrato AL
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