Brunello di Montalcino 2016: i migliori venti vini dell’annata delle meraviglie

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Dopo una sfilza di millesimi felicissimi, ma divisivi, é finalmente arrivata per il Brunello l’annata delle meraviglie: quella che lascia tutti a bocca aperta, a prescindere dalle fazioni politiche e dal gusto personale. Per trovare una 2016 che sia meno che buona bisogna impegnarsi, e anche scegliendo a caso la possibilità di beccare un vino eccellente è veramente alta. Questi che raccontiamo, però, non sono semplicemente Brunelli eccellenti, ma veri e propri capolavori destinati a fare la storia della denominazione.

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Due parole sull’annata prima di andare agli assaggi. Tutti si domandano quale siano le condizioni necessarie affinché un millesimo sia grandioso e la risposta, ad essere onesti, è che non esistono paletti fissi. Pensiamo, però, che Silvano Padelletti, titolare dell’omonima cantina, che abbiamo visitato proprio dopo le sessioni di assaggio a Benvenuto Brunello Off, abbia espresso un concetto che ci aiuta a capire qualcosa in più sulla questione. “ La particolarità della 2016 è stato l’andamento dell’ultima parte della stagione – ha spiegato Silvano – a inizio Settembre le piogge hanno portato un po’ di frescura, e poi il clima è stato ventilato, caldo e secco di giorno e fresco di notte, fino alla vendemmia. Abbiamo cominciato a raccogliere il 26 settembre e abbiamo finito a ottobre inoltrato”. Tenete a mente queste parole perché esprimono una verità “inconfessabile”: la differenza tra un’ annata buona e una straordinaria risiede il più delle volte nel rush finale. I pronostici di fine estate sono, soprattutto nel caso dei rossi, assolutamente speculativi. Un evento atmosferico avverso a pochi giorni dall’inizio della vendemmia può ribaltare gli esiti di un’intera stagione.

Un elemento che va preso in considerazione di questi tempi é il calore. In passato le annate migliori erano quelle calde, ma è evidente che le cose sono cambiate con il riscaldamento globale. Il calore, però, non è il problema principale in luoghi come Montalcino. Se ad Agosto fa 40 gradi alle due di pomeriggio, ma poi di notte la temperatura scende, il vino viene fuori robusto, alcolico, ma comunque tonico ed equilibrato. Il campanello di allarme si accende, invece, quando al caldo si aggiunge l’umidità. Il territorio di Montalcino é solitamente così ventilato che, in assenza di avventori per strada, pare di essere precipitati in un film di Fellini: si sente proprio il fischio, l’eco dei venti che spirano e piegano le fronde degli ulivi e dei cipressi. Eppure ci sono state stagioni negli ultimi tempi nelle quali all’improvviso le brezze sono cessate e l’afa ha dato seri grattacapi. A riferirlo è Monica Tiezzi, proprietaria dell’omonima azienda. Per fortuna nella 2016 questi fenomeni, che sono il segno più tangibile del cambiamento climatico, non si sono verificati. Il risultato è che i vini, per quando caldi e vigorosi, riescono a giostrarsi in bocca con la classe del proverbiale “culturista in frac”. Keerin o Keefe, autrice di uno dei testi di riferimento per il Brunello, ha evidenziato nel suo report per Wine Enthusiast la presenza tra i Brunello 2016 di un numero cospicuo di etichette che fanno 15 gradi e rotti. L’osservazione è giusta, ma noi riteniamo che, se il calore fosse gestito come nella maggior parte dei Brunello assaggiati, l’alcolicità non sarebbe affatto un problema.

Un’altra domanda sorge spontanea: possono vini buonissimi da subito come i Brunelli 2016 invecchiare egregiamente? La risposta, a nostro avviso, è si e no. Non tutti i Brunelli assaggiati sono destinati a durare per quarant’anni: qualche bottiglia da consumare preferibilmente nel breve e medio termine c’è, ed è probabile che di media queste nuove “grandi annate” saranno meno longeve di quelle del passato. Nel selezionare i migliori assaggi, però, abbiamo tenuto conto anche del fattore invecchiamento. Questi qui sotto sono tutti vini che terremmo volentieri in cantina per almeno un decennio.

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N.B. : Mancavano perché non hanno alla manifestazione – o erano già terminati – quattro produttori di riferimento: Il Marroneto, Le Potazzine, Salvioni, Casanova di Neri con i cru Tenuta Nuova e Cerretalto. Pubblicheremo le recensioni di questi vini non appena riusciremo ad assaggiarli.

I magnifici venti:

20. La Magia

Colpisce per intensità e piacevolezza di beva questa etichetta proveniente da un podere situato a due passi dall’Abbazia di Sant’Antimo, in uno degli angoli più belli del Pianeta Terra. Poco da dire sul naso ricco, sfaccettato, boschivo e speziato d’incenso e pepe bianco, che fa da preludio a un sorso dinamico, saporito, tonico e preciso nell’allungo. Ben fatto! R.M.

Prezzo: 38-40 €

93/100

19. Cortonesi – La Mannella

Zona opposta rispetto al precedente: siamo nel quadrante a Nord-est del borgo, che è la più fresca e ventilata, e questa è una versione profumata, definita da sensazioni ammiccanti di more schiacciate, viole appassite e un filo di spezie orientali. Rende la stessa idea di raffinatezza e posatezza nel sorso scorrevole, non troppo muscolare, ma tonico d’agrume e balsamico in chiusura. A dimenticarlo in cantina non si fa peccato. R.M.

Prezzo: 40-42 €

93/100

18. La Gerla

Etichetta molto affidabile di un’azienda che ci aveva già sorpreso in altre circostanze. E’ espansivo, solare, con un frutto rosso fresco e giovanile accompagnato da toni minerali, spezie dolci, liquirizia. Il grip tannico è evidente ma equilibrato, la struttura solida, cremosa ma non pesante, il finale tridimensionale e molto godurioso. “Ci garba parecchio”. R.M. e P.R.F.

Prezzo: 42-45 €

94/100

17. Giodo

Quello di Carlo Ferrini, super-consulente che segue cantine in tutta Italia, è un Brunello divisivo: c’è chi lo adora e chi, invece, lo considera troppo costruito, poco espressivo del carattere “wild” del Sangiovese. La nostra impressione è che si tratti di un vino d’impatto, che fonde una speziatura da legno un po’ ruffiana con una parte balsamica e fruttata intrigante. In bocca è serico, densamente fruttato, più disteso della media. Piace anche – ma non solo – a chi non ama gli spigoli, l’austerità del Brunello tradizionale. R.M. e P.R.F.

Prezzo: 120-140 €

94/100

16. Piancornello

Altra versione dal versante sud che seduce con una ventata di erbe aromatiche abbinata a fiori blu e pellame, ribes acidulo, un tocco di noce moscata. Ha bisogno di tempo: ora come ora è tutto imperniato sul vigore debordante di un tannino impeccabile. Lo dimenticherei in cantina per qualche annetto. R.M.

Prezzo: 45-50 €

94/100

15. Collemattoni

Lo conoscevo solo di nome e mi ha stupito. E’ austero, ritroso, animale e boschivo, favolosamente balsamico nello sviluppo della serie “ferro e piuma”, molto potente e altrettanto composto. Another brick in the wall… ma il muro è quello della cantina di cui sigillerei la porta, per riaprirla tra non meno di dieci anni… R.M.

94/100

Prezzo: 40-42 €

14. Uccelliera

Dai dintorni del borgo di Castelnuovo dell’Abate, che è tra i miei posti preferiti sulla faccia della terra, un Brunello di grande immediatezza: avvolgente, succoso, dannatamente godereccio. Profuma di macchia mediterranea, confettura di fragole e legno arso, e abbina una parte fruttata ricca, golosa al giusto piglio tannico e a un ritorno sapido gagliardo. È tra i pochi vini in batteria che berrei seduta stante, magari in abbinamento a una bella bistecchina “di brontosauro”. R.M.

Prezzo: 55-60 €

94/100

13. Padelletti

Azienda storica, vino tradizionalissimo e senza tempo. Il profumo è scuro di ferro e carne grigliata, ribes nero, erbe disidratate. La gustativa è ritmata da un tannino pulsante e da una sferzata acida che incalza la bella polpa fruttata. Per inciso, le vigne sono molto vicine a quelle di Biondi Santi. R.M. e P.R.F.

Prezzo: 40-42 €

94/100

12. Le Ragnaie

Fascino inconfondibile di un vino sempre riconoscibile: creme de cassis, amarena sotto spirito si fondono con i classici tratti balsamici e floreali. Il sorso è scandito dal tannino muscoloso e dalla freschezza ben integrata che alleggerisce una struttura importante. Il finale è pulito e molto persistente. P.R.F.

Prezzo: 45-50 €

95/100

11. Caprili

Un altro classico di un’azienda che produce Brunello da quando gli imbottigliatori in zona si contavano sulle dita di due mani (1978, per la precisione). Sa di ribes e durone, tabacco kentucky, ruggine e alloro, e in bocca è potente, magnificamente austero, con il tannino che asciuga senza graffiare e la verve minerale a dare slancio al finale. Non basta una bottiglia in due… R.M.

Prezzo: 38-40 €

95/100

10. Ciacci Piccolomini d’ Aragona – Pianrosso

Vino emblematico e, in questo millesimo, esplosivo. Il naso spara in aria sensazioni coinvolgenti di tabacco da pipa e noce di cola, legno di sandalo, mirtillo rosso, arbusti bruciati. Il gusto è ugualmente potente e disteso: il frutto è ricco, goloso, l’alcol incide senza infastidire e il finale affumicato sa di Toscana aspra e selvaggia. Classico. R.M.

Prezzo: 60-65 €

95/100

9. Castello Romitorio – Filo di Seta

La selezione dell’azienda di Sandro Chia, pittore di fama mondiale, è muscolosa, statuaria al pari delle figure che rappresenta nelle sue tele. Il bouquet di erbe officinali, kirsch, pot-pourri, fuliggine è stregante, e il sorso a un tempo spigoloso e denso di frutto, travolgente, ma rigoroso, ha la stoffa per invecchiare molto bene. Per la cronaca, Chia è stato uno dei primi “alloctoni” ad investire a Montalcino nei primi anni 80′. R.M.

Prezzo: 120-140 €

95/100

8. Caparzo – La Casa

Il primo dei tre vini nella nostra top 10 provenienti da Montosoli, la collina delle meraviglie dove tutti stanno cercando di comprare un pezzo di terra, perché mantiene un mesoclima ideale anche in tempi di cambiamento climatico. L’eleganza è quella di un Pinot Noir di Borgogna, con tanto di nota “foxy” che incornicia il frutto scuro, dolce e compenetra la parte balsamica. Il sorso è di medio corpo e fa forza su ritorni floreali molto sexy, una parte fruttata fresca e tannini ben integrati che scandiscono un finale d’eccellente lunghezza. Chapeau. R.M. e P.R.F.

Prezzo: 50-55 €

95/100

7. Fattoi

Delicato, raffinato più che intenso, profuma di mentolo ed erbe officinali, fiori freschi, leggera speziatura. L’attacco è imponente, ma i ritorni aromatici sono aggraziati; il tannino gradevolissimo lascia spazio a freschezza e sapidità giustamente dosate e la chiusura su toni di erbe officinali regala un senso di straordinaria pulizia. Grandissima espressione della zona di Santa Restituta, la stessa dove hanno sede anche Gaja e Soldera. P.R.F.

Prezzo: 38-40 €

95/100

6. Tiezzi – Vigna Soccorso

A lungo sottovalutato e oggi unanimemente considerato uno dei più grandi Brunello in assoluto, il Vigna Soccorso proviene dall’omonima parcella situata ai piedi del centro storico di Montalcino. Se lo conosci, lo riconosci tra centro vini, perché abbina la scapigliatura, la verve animale del Brunello tradizionale – e naturale – a toni stravaganti, più unici che rari, di botanicals da Vermouth e scatola di sigari, gelsi e ciliegie, mallo di noce. E’ pieno senza essere massiccio, polposo di mora e mirtillo maturo e slanciato nella chiosa come l’altimetria importante – 540 metri s.l.m. – impone. Rientra nel novero dei mostri sacri della denominazione, ma continua ad avere un prezzo assolutamente abbordabile. R.M. e P.R.F.

Prezzo: 38-40 €

96/100

5. Argiano

Un altro vino icona di azienda attiva dal 1580, che si esprime con un netto frutto rosso sotto spirito, poi refoli delicati di rosa, eucalipto, liquirizia… profumi favolosi! … In bocca è di straordinaria intensità: il tannino vellutato accarezza la lingua; ritorni balsamici ed ematici vanno a braccetto con l’acidità perfettamente integrata. Immaginifico e senza tempo! P.R.F.    

Prezzo: 40-45 €

97/100

4. Altesino – Montosoli

Con il Cru di Elisabetta Gnudi Angelini è stato amore alla prima annusata. Spiazzanti, caleidoscopici i profumi di sandalo e anice stellato, chinotto e liquore ai mirtilli, tabacco, viola mammola, cacao amaro. Ugualmente emozionante il sorso suadente, avvolgente ma non ruffiano, calibrato da un tannino sontuoso che rinvigorisce una chiusura d’immensa piacevolezza e di scorrevolezza quasi “assassina”. Da paura. R.M.

Prezzo: 70-80 €

97/100

3. Poggio di Sotto

Uno dei must della denominazione, richiede concentrazione e pazienza per godere a pieno di tutti gli stimoli sensoriali. Coinvolgente, ampio, apre su ciliegia e fragolina di bosco, ribes acidulo, per poi progredire su sensazioni balsamiche e speziate, d’incenso e chiodo di garofano. In bocca il tannino è morbido, elegante, la freschezza d’arancia sanguinella calibra le parti e il ritorno ematico sigla il finale lunghissimo. Espressione unica del Sangiovese del versante sud di Montalcino, si piazza tra i migliori in tutte le annate. P.R.F.

Prezzo: 150-170 €

98/100

2. Baricci

Anche questo viene da Montosoli, e nel mezzo della collina ha sede quest’azienda tradizionale/naturale. L’esordio è abbastanza in sordina, ma, dopo un paio di giravolte nel bicchiere, emergono aromi spiazzanti di cuoio e succo di mirtillo, salsa di soia, alloro, un po’ di pepe e un afflato balsamico ammaliante. Il sorso mette subito in mostra una profondità spaziale, con tanto frutto molto scuro, una sferzata acida a fare da contraltare e tannini di puro velluto. Dovremmo correre, perché il tempo a disposizione sta per finire, ma decidiamo di saltare un giro e goderci un altro sorso. R.M. e P.R.F.

Prezzo: 50-55 €

98/100

1. Le Chiuse

La titolare, Simonetta Valiani, è la nipote di Tancredi Biondi Santi, e le vigne da cui proviene questo capolavoro sono quelle dalle quali sono state prodotte alcune delle annate storiche della casata. Il naso è austero, cerebrale: parte animale, ferroso e dispensa progressivamente toni quintessenziali di carne cruda, fruttini aciduli, fiori essiccati e spezie assortite, il bosco in tutte le sue declinazioni. Il sorso è spettacolare: ruggente senza essere graffiante, poderoso e allo stesso tempo fluido, elegantissimo nel finale succoso e balsamico, sanguigno e di nuovo floreale, che ci fa venire in mente – e non sappiamo esattamente perché – il Barolo di Bartolo Mascarello. Dubitiamo che esista il vino perfetto, ma questo anela alla perfezione. R.M. e P.R.F.

Prezzo: 65-70 €

99/100

Articolo scritto congiuntamente da Raffaele Mosca e Pablo Roberto Frascona. Le iniziali puntate stanno ad indicare chi dei due ha assaggiato il vino.

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