Una carezza. Ecco che cos’è quest’ Amarone. Di media preferisco l’esperienza che sconquassa ed elettrizza, ma alle volte è giusto farsi coccolare.
Non mi capita spesso di ordinare Amarone al ristorante, e, quando lo faccio, è perché ho voglia del calore, delle morbidezze che tante volte si rifuggono in nome della sperimentazione, della ricerca a tratti forzosa dell’emozione imprevista, della “scossa” che ti mette il cervello a soqquadro. Raramente questo vino si presta ad esperienze di quel genere: le note date dall’appassimento tendono , in molti casi, a limitarne le varianti espressive. Se, però, al frutto baldanzoso fa da spalla una materia stratificata, una complessità data da uva e affinamento e non dal metodo, il risultato è qualcosa che rilassa, mette a proprio agio, senza però scadere nella noia mortale.
Il Ravazzol 2013 di Ca’ la Bionda, Cru da vigne sessantenni situate sull’omonima collina a Marano, nella Valpolicella classica, ha proprio questo di positivo: é disteso, rilassante come musica jazz in sottofondo, ma non toglie il latte ai bambini. Come sempre, la massa fruttata è poderosa – visciola, boero, prugna – ma a stemperarla ci pensano un contrappunto amarostico – china, radici, rabarbaro – e una traccia boschiva, autunnale. Il sorso é goloso, confortante, potentissimo e allo stesso tempo raffinato. Il tannino è di puro velluto e la parte alcolica magistralmente integrata rinforza l’eco balsamica.
Non suggerisco l’abbinamento che ho tentato: non è con la carbonara di Volpetti – bbona, ma quasi esilina rispetto al vino – che va a nozze. Se avete gusti forti, la “pastissada de caval” è l’abbinamento più classico per il Classico. Se, invece, siete delicatini di palato come il sottoscritto, andate di costata di manzo e non ve pentirete.
Punteggio: 92/100
Via Bionda 4
37020 Valgatara
Marano di Valpolicella (VR)
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